La pagella delle uscite settimanali

7 a 17 di Emis Killa e Jake La Furia. “Tu sappi che qua non si trappa” è la premessa del disco e quando due veterani del rap made in Italy ti aspetti un disco rap con i controcazzi. 17 lo è in parte. Le produzioni sono ottime e decisamente varie, le collaborazioni scarne ma ben scelte, peccato per la presenza di Lazza in ben due tracce e per aver lasciato a Fabri Fibra solo il ritornello in un brano nel quale Salmo ha decisamente spaccato. “Qua non si trappa”, ma almeno un paio di cadenze trap ci sono nel disco, solo che a differenza dei trapper che parlano di strada senza nella maggior parte dei casi averla mai vista, Jake La Furia ed Emis Killa raccontano la storia di persone che la malavita l’hanno vissuta, come possiamo sentire nel brano René e Francis, brano ispirato alla storia di Renato Vallanzasca e Francis Turatello, storici criminali della Milano degli anni ‘70. 17 è un disco tendenzialmente aggressivo, ma non troppo, c’è spazio anche per riflessioni personali e brani più intimi, forse ci si aspettava di più dai suoi autori, ma quando si tratta di artisti di un certo spessore ci si aspetta sempre di più.



6 a Faccio Soldi di Mike Lennon feat. M¥SS Keta. È un brano trascinante dal beat esplosivo che traccia definitivamente uno spartiacque nel percorso di Mike Lennon e che si avvale della collaborazione di Crookers, uno dei produttori più talentuosi della scena contemporanea urban italiana e internazionale e di M¥SS Keta, con la quale il trash è assicurato.
Questo inedito duo dà vita a un brano “stupido”, leggero e sarcastico.
Con la M¥SS ci siamo incontrati l’anno scorso al Mi Ami Festival – racconta Mike Lennon – e ci siamo sentiti poi anche via instagram e subito si è mostrata interessata a fare qualcosa insieme! Allora ho colto la palla al balzo e abbiamo organizzato una session insieme al suo produttore Stefano Riva nel mio studio. Il primo pezzo che le ho fatto ascoltare era Faccio Soldi che avevo già pronto e registrato con Phra da più di un anno e gli è piaciuto subito, in un ora abbiamo registrato la sua strofa. Lei è una vera pro, una persona molto alla mano e che sa il fatto suo, come piace a me. È stato un vero piacere poter collaborare insieme e sono sicuro che faremo altre cose in futuro”.

7 a Boss di Laioung. Laioung ha la capacità di rendere internazionale qualsiasi brano, anche se canta in italiano e Boss rappresenta appieno questa sua caratteristica. Il brano è ricco di frecciatine alle scena, senza scendere nello specifico o fare nomi, se non nel bene: “rapper venduti per Balenciaga
Il tuo contratto non vale un quarto della mia collana
Bambino indaga, yeah bitch
Come Maruego ho portato l’ondata
Se parli male te le devo dare per forza perché sono un negro di starda“.



6 a Sempre in Tuta di Gianni Bismark feat. Dani Faiv. Per questo nuovo singolo Gianni Bismark ha scelto di collaborare nuovamente con Dani Faiv, che proprio nella sua strofa sottolinea questo sodalizio e ringrazia l’amico e collega: “Fatti due domande perchè Gianni vuole sempre qui me
Io non sono fake come te
Gli resterò sempre fedele”.
Il brano non è niente di che, il titolo
rispecchia il contenuto della canzone. Tra le strofe del testo infatti, l’intento dei due è far comprendere agli ascoltatori come vivano Sempre in tuta, facendo così passare l’apparenza e l’esteriorità in secondo piano, anche se anche l’essere sempre in tuta rappresenta di per sé un’esteriorità ben precisa. Peccato che l’intero singolo si possa riassumere in 5 parole: “Sempre in tuta, tutto apposto”  e che se parliamo di tuta, Tuta di felpa di Guè Pequeno era tutta un’altra cosa.



7 a Maleducata di Achille Lauro. Gli Anni Settanta tornano, così, a ispirare la musica di Achille Lauro in un mix di eccessi e sfacciataggine in pieno stile rock ‘n’ roll. Non a caso Maleducata è l’inedito con cui viene anticipata ufficialmente la riedizione di 1969. Con un sound internazionale, ricercato e unico, tra il gemito di chitarre elettriche sexy e distorte e un ritmo di batteria duro, il brano è un perfetto mix di eccesso, sfacciataggine e rock and roll. Gli stessi ingredienti che ritroviamo nella serie tv Baby, di cui Maleducata è la colonna sonora della terza stagione, con protagoniste Benedetta Porcaroli e Alice Pagani. Il tutto è ovviamente accompagnato dal look di Lauro, che lascia gli anni ’90 per indossare abito, calze a rete, guanti lunghi rossi lucenti, un enorme cappello nero con tanto di veletta. Niente tacchi vertiginosi. E’ ammiccante Achille Lauro, “maleducata” eccessivo ma non volgare. Gioca ancora, e bene, nel suo essere trasformista e ci propone un brano che lui definisce soft porno e che inevitabilmente ti cattura.



6 a Niente Storye di Livio Cori. È un brano con influenze sonore afro-dancehall in cui Livio Cori torna a cantare in italiano, lasciando al dialetto solo pochi versi. Il titolo gioca con i vari sensi dell’espressione ma in particolare si riferisce all’ossessione odierna per i social, quella che porta a rendere pubblici anche fatti intimi, specialmente nelle storie su Instagram. Nell’epoca in cui sui social si mostrano anche gli aspetti più riservati, Livio Cori parla di una ricerca di privacy riferendosi, in particolare, alla sfera sentimentale e lo fa con una leggerezza che si collega alla tradizione canora napoletana.


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