La pagella delle uscite settimanali

6 a Padre, Figlio e Spirito della FSK Satellite. Perché 6? Perché se dessi 5 o meno ci sarebbe chi mi direbbe “ok boomer, non capisci un cazzo della nuova wave” e forse è vero che non ci capisco un cazzo, ma l’hai sentito il disco? Tra urla, parole che non si capiscono e rumore di fondo è quasi fastidioso. Eppure Taxi B, Chiello e Sapo Bully hanno di fatto lanciato un nuovo suono che è assolutamente riconducibile a loro, fatto di rumore, andare fuori tempo, dissonanza, un po’ punk, un po’ elettronica, un po’ pop distorto. Il tutto è ovviamente voluto, e si passa facilmente da brani che potremmo definire a tratti “melodici” come Lean nel lean e Soldi sulla carta, ad altri di tutt’altra natura. È evidente come la tendenza sonora sia riconducibile al rapper britannico Slowthai, che ha fatto del suo stile crudo e di sonorità estremamente contaminate un marchio di fabbrica.

Per quanto riguarda i testi (quali testi?), la tendenza è indubbiamente il mumble rap, ovvero il non scandire le parole, dire cose a caso, mischiare gli slang, insomma un gran casino. Ma che testi ti aspettavi dagli FSK? Droga, pistole, puttane e via dicendo, no? E infatti di questo si parla. Chiamiamolo comunque mumble rap, perché parole a caso dette fuori tempo sembrava brutto. In realtà di tutto il disco si salva (o meglio, si capisce meglio) parte del testo di Tre terroni a Milano: Tre terroni a Milano che cosa ci fanno? / Perché indietro non posso tornare ma poco m’importa / Il mio sguardo arriva troppo lontano / Però non so dove”.

È ovvio che se ti piace il rap, quello fatto di rime, contenuti, cazzi e mazzi, Padre, Figlio e Spirito non è il disco che fa per te, perché ascoltare qualcuno che urla, sembra andare fuori tempo e non fa rime sarebbe come spararsi in testa, ma se l’ascolti non devi avere pregiudizi, non cercare la tecnica e il contenuto e farti trasportare dalla loro strana energia, perché alla fine ti prende. Non è ancora chiaro se Taxi B, Chiello e Sapo Bully ci sono o ci fanno, se realmente hanno vissuto quello che cantano, o se semplicemente sono dei poser che imitano il trand d’oltreoceano. Non sappiamo neanche quanti anni hanno, il rapporto che hanno con la droga possiamo solo immaginarlo, ma non è chiaro se Padre, Figlio e Spirito, il titolo del disco e la copertina, siano messi per fare scena o abbiano un significato metaforico o, perché no, blasfemo, ma in fondo per ascoltarli è meglio non farsi troppe domande.





7 a Vangelo II Luka di L’Elfo. Fa strano pensare come questa settimana siano usciti solo due album ed entrambi abbiano un titolo con un richiamo religioso, nonostante siano per sonorità, stile e contenuti molto diversi tra loro.
Anticipato da quattro singoli – “Made in Catania”, “Come Gesù”, Boogie Woogie” e “Si Cummati”- , prodotto da Funkyman, Vangelo II Luka contiene sedici tracce scritte da L’Elfo con la collaborazione di vari artisti della scena rap italiana Ensi, Cromo, Clementino, Vacca, Nerone e due giovani cantautrici Ludovica Caniglia e Niah Steiner. Vangelo II Luka è un progetto a cui L’Elfo lavora da tempo e l’idea del titolo nasce dal suo quaderno, una sorta di diario dove il rapper siciliano da sempre annota testi, pensieri e idee quasi fosse appunto un vangelo.
Non sono mai molto bravo a parlare della mia musica e dei miei progetti però ho la sensazione che questo disco sia il lavoro più maturo che ho fatto finora. Ci sono molte cose che definirei diverse, sto prendendo una piega molto interessante artisticamente, spero e credo che questo disco ne sarà la prova. In questo disco ho messo tutta la mia essenza, il mio stile, sempre in evoluzione, e soprattutto il mio messaggio, che è sicuramente diverso dal 99% dei rapper / trapper mainstream di oggi”.



7 a Vivere di Mecna feat. Izi. Il brano sancisce la prima collaborazione ufficiale tra Mecna e Izi. Due penne che rappresentano attitudini, linguaggi ed estetiche differenti ma che condividono un approccio incredibilmente intimo alla scrittura, oltre a sapersi raccontare con grande profondità e introspezione, caratteristiche che li hanno portati ad essere identificati nella scena come due punti di riferimento per il rap d’autore italiano.
Vivere è un brano apparentemente leggero e spensierato le cui liriche, sostenute dalla produzione energica curata da LVNAR, celano un significato molto preciso: Mecna e Izi parlano della capacità di lasciare andare le cose, di saperne rispettare il percorso naturale, di non cedere alla tentazione di racchiuderle in definizioni né di sentirsi obbligati a dare un senso a tutto. Vivere la vita e gli eventi con una certa dose di semplicità e con uno sguardo più libero dal controllo che tendiamo ad esercitare su quanto ci accade.
Ho da subito pensato ad Izi per questo brano, nell’ultimo periodo mi aveva colpito la sua capacità ad adattarsi bene a diversi mondi sonori e questo secondo me era ancora un’altra cosa“. racconta Mecna a proposito della scelta di collaborare con Izi in questo brano.



7 a ‘Nfaccia di Vale Lambo. È il singolo che anticipa Come il mare, il nuovo disco di Vale Lambo in uscita il 25 settembre.
“’Nfaccia è nato inizialmente come un pezzo street”, racconta Vale Lambo. “Ho capito poi che poteva evolversi in una testimonianza di quello che potrebbe succedere quotidianamente nei rioni metropolitani. A prescindere dalle città di origine. Ho scelto parole senza imbarazzi o titubanze per rendere l’idea brutale della situazione. C’è addirittura il frame di un agguato di cui sono vittima, in pieno sposalizio. Ho ritenuto indispensabile stabilire un contrasto letterario fra emozioni belle, radiose, e brutte e funeree. Inoltre nel testo volevo esorcizzare un po’ ciò che talvolta succede a Napoli, a cominciare da quando si guarda una ragazza sconosciuta e attraente e si finisce pure per fare a botte. Nella seconda parte, ad esempio, c’è un dialogo tra il me terreno e il me di un’altra dimensione, per sfogarmi sui problemi e sui temi che oggi creano dubbi e tormenti nei più giovani”.

Di particolare fascino è sicuramente la presenza dellq voce, nell’incipit e nell’outro, di Fire, il vocalist giamaicano che Lambo ha conosciuto quando viveva a Londra e il videoclip, che è una sorta di cortometraggio real che unisce frame della cattura del boss Michele Zagaria, l’infanzia e l’apparizione di Vale Lambo in un se stesso ultraterreno.

Trovi tutte le uscite della settimana qui.

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