Hai sentito parlare di Cantera srl, l’etichetta discografica di Esse Magazine?

Se hai guardato qualche video su YouTube di Rondo o Paky o ascoltato i loro brani su Spotify, avrai probabilmente notato tra i crediti REAL MUSIC 4 EVER / CANTERA, o CANTERA SRL. Ma cos’è Cantera srl? È l’etichetta discografica di Antonio Dikele Distefano, nonché la società di cui fa parte Esse Magazine.

 

 

 

 

 

Possiamo parlare di conflitto di interessi? Ovviamente sì, ma non è una novità, tutti sappiamo che Dikele lavora per Jive Records, che fa parte di Sony Music Italia e di cui fanno parte tra gli altri Giaime, Tredici Pietro e Shiva, tutti artisti molto spinti da Esse Magazine. Ora non voglio soffermarmi sul conflitto di interessi, o sul fatto che un magazine, tra i più seguiti al momento, abbia al suo interno un’etichetta che promuove artisti e collabori con un’altra etichetta ancora e che usi il proprio magazine per spingere i propri artisti, ma mi domando perché questa Cantera srl non è mai stata nominata? Mi spiego, Esse Magazine è solito, per ogni passo che compie, che si tratti di nuove rubriche, playlist, news letter o collaborazioni, fare una media di 4 post dedicati, eppure di Cantera srl non ne ha mai parlato. Perché è una società fantasma da tenere nascosta oppure per timore di essere additati come magazine che promuove i propri artisti? E quindi non come una realtà editoriale che fa informazione in modo libero e oggettivo?

 

Il giochetto però sembra semplice: prendi un artista, gli gonfi i numeri, su Instagram, Spotify, YouTube, fai in modo che artisti affermati della scena lo spingano nelle loro stories per far credere che questo artista dia la percezione di essere ben integrato nella scena. Gli paghi qualche featuring e continui a pompargli i numeri. Al punto che un video da 500mila views non finisca nelle tendenze di YouTube, a differenza di un video da 100mila con visualizzazioni reali, perché l’importante è la percezione che dai di un’artista e il fatto che possa essere appetibile per una major. A quel punto poco importa che i numeri siano tutti reali o meno, importa solo che grazie alla tua etichetta l’artista firmi e ottenga x soldi dalla major, soldi di cui tu, in quanto etichetta, avrai una bella percentuale e a quel punto ciao, lasci la patata bollente alla major, prendi i soldi, li reinvesti in un altro artista e ricominci il giochetto da capo. Non solo, pompando a dismisura i numeri di un artista e accrescendo la sua percezione nei confronti del pubblico, aumenta automaticamente anche il suo prezzo. Va da sé che un artista con milioni di ascoltatori mensili su Spotify e ottime posizioni in classifica Fimi, seppur abbia numeri non completamente reali venga venduto a un prezzo maggiore rispetto al suo valore reale ai locali. Quindi il gonfiamento dei numeri porta anche a guadagni maggiori derivanti dai live.

 

La percezione è molto importante, ma è effimera. Ti faccio un esempio: Shiva ha 3 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, eppure il suo cachet per un djset si aggira intorno a soli 1.500€. Dico soli, perché Sfera Ebbasta con i suoi 6 milioni di ascoltatori mensili, fino a due anni fa, aveva un cachet di 50.000€ per un concerto e siamo tutti d’accordo sul fatto che i djset e i concerti siano due prodotti ben distinti con due cachet ben diversi, ma il paragone era per far capire il divario di prezzo.

Se la percezione dei numeri fosse reale e non solo una percezione e se la matematica non è un’opinione, Shiva dovrebbe prendere almeno 20.000€ per un djset e non 1.500.

 

Ma non è tutto: hai mai visto un video di Esse Magazine, o di artisti Jive o Cantera finire in tendenza su YouTube? I loro video passano da 0 a migliaia di visualizzazioni in pochissimo tempo, è quindi facile ipotizzare che parte delle visualizzazioni non siano reali, perché Google crea sì servizi che vendono views, ma al tempo stesso le views ottenute tramite questi servizi non interagiscono sulla tendenza. E sempre a proposito di numeri, Esse Magazine ha a disposizione vari servizi per promuovere la musica degli artisti emergenti, ovviamente a pagamento, peccato che un artista che conosco abbia pagato ben 400€ per entrare nella playlist di Esse Magazine che vanta 43 mila followers e abbia avuto meno di 100 plays. Capisci cosa intendo? La percezione. È solo e soltanto una questione di percezione. Poco importa che poi dal vivo non riempiano neanche il baretto sotto casa, quando ci sono artisti con numeri e posizioni in classifica inferiori che riempiono stadi e palazzetti.

 

Riassumendo: Esse Magazine fa parte di una società fantasma, che non è mai stata citata o menzionata se non nei dovuti crediti SIAE, chiamata Cantera srl, che a sua volta promuove al suo interno artisti come Paky e Rondo e il capo di Esse Magazine, nonché di questa Cantera srl è stipendiato anche da Jive Records, ovvero Sony (SME).
Il tutto rigorosamente in gran segreto. Per quanto mi riguarda e senza usare mezzi termini che non mi si addicono, questo non solo è un gigantesco conflitto di interessi ben celato, ma anche una truffa all’informazione e alla discografia in generale.

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