Gli Stati Uniti vogliono vietare l’uso di Tik Tok

Già a novembre 2019 Tik Tok era finita nel mirino del CFIUS statunitense (Comitato sugli Investimenti Esteri negli Stati Uniti d’America), l’organo che analizza le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri nella terra a stelle e strisce.
Che cos’è che fa paura esattamente? La risposta è semplice: l’app è di proprietà di una società cinese, ByteDance, fondata nel 2012 e la Cina, come è noto, è un Paese in ‘lotta’ su svariati fronti con gli Usa, ma in questo caso i riflettori sono puntati sul concetto di censura e sulla divulgazione di determinati contenuti in rete. In aggiunta, c’è il timore che i dati dei cittadini statunitensi finiscano in mani cinesi.

 

Successivamente Tik Tok Tik Tok è stata vietata per i militari statunitensi. L’Esercito a stelle e strisce ha infatti negato l’uso del social cinese, in quanto “considerato una cyberminaccia”, ha spiegato il tenente colonnello Robin Ochoa, portavoce dello Us Army, al sito Military.com, “non ne consentiamo l’uso sui telefoni del governo“.
Ora gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di mettere al bando TikTok ed altre app cinesi. Lo ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo parlando con Fox News e sottolineando che si tratta di un’ipotesi che “stiamo prendendo in considerazione molto seriamente. Se volete che le vostre informazioni private finiscano nelle mani del Partito comunista cinese, basta scaricare le app cinesi”. Al segretario di Stato ha replicato un portavoce di TikTok in una nota, nella quale ricorda che la società “è guidata da un amministratore delegato americano” e che non hanno una priorità più importante rispetto a quella di promuovere un’app sicura per i loro utenti e non hanno mai fornito dati al governo cinese, né lo farebbero anche in caso venisse chiesto.

Le parole di Pompeo sono arrivate mentre la stessa TikTok ha fatto sapere che, alla luce degli eventi recenti, vale a dire l’entrata in vigore a Hong Kong della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, ha deciso di sospendere il servizio nella ex colonia britannica.

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