Perché nessuno si è indignato per la morte della bambina pakistana uccisa per due pappagalli?

Zohra aveva solo 8 anni ed è stata uccisa in Pakistan per aver liberato due pappagalli da una gabbia.

 

Domestica presso una ricca famiglia di Rawalpindi, in Pakistan, è stata torturata e picchiata a morte per aver liberato due pappagallini nella casa in cui lavorava.

 

La bambina avrebbe dovuto prendersi cura di un bambino di un anno e in cambio i datori di lavoro avrebbero provveduto alla sua istruzione, anche se a scuola non ha mai messo piede e l’unica vita che conosceva era il lavoro. Zohra avrebbe liberato due pappagalli, mentre stava dando loro da mangiare,alcune fonti parlano di evento accidentale, altri di gesto di sensibilità da parte della piccola. Tragicamente punita con la tortura e il pestaggio,
Zohra sarebbe poi stata abbandonata in un ospedale dove i medici hanno fatto di tutto per salvarla, ma le lesioni al viso, alle mani, sotto la gabbia toracica e alle gambe erano troppo gravi: Zohra è morta nelle ore successive all’arrivo in ospedale.

 

Una notizia tragica e terrificante, che ci racconta non solo di violenza, tortura e omicidio nei confronti di una bambina, ma anche di lavoro minorile e schiavitù.
La vita di una bambina, di Zohra, vale meno di quella di due pappagalli, o di quella di un’elefantessa, o ancora di quella di George Floyd?

 

Perché sull’uccisione di George Floyd sono stati scritti mille articoli, mille post sui social, mille Instagram stories e di Zahra non parla nessuno? Perché il mondo si è giustamente indignato per la morte dell’ennesimo afroamericano e non per quella dell’ennesima bambina torturata e uccisa? Perché quelli che hanno sposato la causa del Black Lives Matter non parlano e non si indignano per Zohra? Black Lives Matter ok, e la vita di una bambina no?

 

Forse, ci siamo uniti alle proteste nate negli Stati Uniti in seguito alla morte di George Floyd più per moda ed emulazione che per altro, perché se no non si spiega perché tutti quelli che hanno giustamente sposato la causa di George Floyd ora non sprecano una parola.

 

Fedez e Marracash hanno dettova bene unirsi all’indignazione collettiva per George Floyd, ma facciamolo anche quando succederà qualcosa di analogo in Italia“, ora non siamo in Italia, ma in Pakistan, ma il concetto non cambia. Tutti uniti per George Floyd e nessuno dice niente per Zahra che resterà l’ennesima anima innocente morta e torturata. Mi chiedo solo dove sono le vostre belle parole contro le ingiustizie?
Certo, non possiamo fare manifestazioni, challenge, hashtag e mille articoli, post Instagram, tweet e Instagram stories ogni volta che un innocente viene ucciso in qualunque parte del mondo, ma le nostre buone intenzioni e belle parole per i diritti degli afroamericani erano talmente fresche, che due parole per i diritti di una bambina pakistana torturata e uccisa per due pappagalli sarebbero state doverose, oppure siamo tutti un po’ ipocriti, che seguiamo la battaglie per moda. Perché personaggi noti come Kanye West, Kendrick Lamar e compagnia bella sono scesi in campo e allora per emulazione dobbiamo farlo anche noi sposando una causa giusta e nobile ma che non ci appartiene esattamente come sembra non appartenerci la sorte di Zohra.

O forse perché manca un video delle torture inflitte a Zohra, un video come quello che ritraeva lo straziante I can’t breathe di George Floyd, perché abbiamo bisogno di un video e di una moda per sposare una causa e mostrare la nostra indignazione.

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