Quanto conta essere unici nella moda?

Quando si parla di moda e stile ci sono sempre quei capi che diventano una sorta di must have, come un marchio di fabbrica che ci aiuta a segnare la nostra appartenenza a un certo genere.
In un panorama dominato dal cosiddetto mainstream, in cui tutti gli stili sembrano simili, quanto conta abbigliarsi in modo unico?

La scelta dell’abbigliamento ha in sé, insita da sempre, l’apparenza a un gruppo, il prendere come fonte di ispirazione un artista, un attore, un influencer, per questo spesso è molto difficile crearsi uno stile proprio che esca dai canoni del cosiddetto gregge.
Se oggi è la trap a delineare le tendenze, come riusciamo a distinguerci?
Entriamo in una sorta di limbo dove è necessario avere le Nike di un determinato modello, la cintura di Gucci, Off-White, Supreme e via dicendo.
Se è vero che avere stile è molto più importante di avere soldi, come diceva Kanye West, come possiamo creare il nostro stile?

 

Lasciando perdere quelli che sono i brand del momento, andando a ricercare brand emergenti e prodotti che rappresentino noi stessi al 100%. È una mossa coraggiosa, certo, ma essere diversi ci rende in qualche modo unici, perché la moda bisogna farla, non seguirla alla lettera.

 

 

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Se ci pensiamo le persone che si distinguono dalla massa e che hanno uno stile unico sono anche quelle che notiamo maggiormente e ci sono capi o accessori che ancora oggi rappresentano un determinato artista. Penso alla bandana di Tupac, agli occhiali da sole bianchi di Kurt Cubain diventati poi simbolo della trap nel 2017, la mascherina di Michael Jackson, o i jeans skinny che a un certo punto hanno stravolto completamente l’immaginario rap.

 

 

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