La pagella delle uscite settimanali

7 a Scusate di Dani Faiv. Dani Faiv ha pubblicato la prima parte del suo nuovo disco, Scusate se esistiamo, in uscita il prossimo 29 maggio. Scusate si compone di 7 tracce tra cui le già edite In Peggio e Cioilflow con Salmo. È un progetto ben bilanciato in cui troviamo brani alla Dani Faiv, come In Peggio e Oggi no, brani decisamente più cazzuti come Facce Finte con Gianni Bismark e Machete Mob con Lazza, Hell Raton, Nitro e Jack The Smoker, che è un bel banger alla Mob, una sorta di inno della crew e infine un bel pezzo rap con Jake La Furia, Polvere e Detriti. Scusate è ben assortito e la scelta delle traccie da inserire è stata accurata, perché dà un assaggio di tutto senza risultare stancante o stucchevole.

 

 

 

 

8 a Cacao di Ghali feat. Pyrex. Un singolo uscito a sorpresa che anticipa DNA+, la versione deluxe dell’ultimo disco di Ghali. Cacao ci riporta al Ghali del 2016 e si allontana parecchio al Ghali post Album, ma segue il filone iniziato con Boogieman e Good Times. È un bel pezzo da club, su un tappeto sonoro potente e trap che contraddistingue perfettamente lo stile di Sick Luke e esalta le voci di Ghali e di in formissima Pyrex. Quello che distanzia Cacao dai pezzi trap canonici è sicuramente il testo non monotematico e l’assenza dei crismi triti e ritriti della trap: bitch, soldi, Gucci. Ghali e Pyrex hanno portato un brano ignorante se vogliamo, tutto da ballare ma con un testo quantomeno sensato e non è cosa da poco di questi tempi.

 

 

 

 

7 a 10 Sprite di Taxi B. È un brano confuso, tanto che in alcuni punti è difficile capire cosa dice Taxi B come se stesse parlando una lingua straniera. 10 Sprite non è rap, non è trap, è un genere a parte fatto di urla alla Marilyn Manson e di un beat estremamente potente sul quale la voce di Taxi B ti dà la carica. Ovviamente il testo è pressoché assente, ma 10 Sprite non è uno di quei brani in cui vai a vedere il testo, perché talmente carico e fuori dagli schemi che suona benissimo così.

 

 

 

 

8 a Algoritmo di Willie Peyote, Shaggy e Don Joe. Un altro singolo inclassificabile dal punto di vista del genere musicale. C’è un po’ di rap, un po’ di reggae, un po’ di jazz, la produzione di Don Joe e Kavah è superba e letteralmente fuori dagli schemi. Le voci e i flow di Willie Peyote e Shaggy si susseguono in modo perfetto dando vita a un brano ricco di energia. Uno di quei brani estivi, ma non la classica hit estiva, bensì uno di quelli fighi che balli a un party, a una festa sulla spiaggia o a un festival e che sa darti la giusta carica.

 

 

 

 

6 a Il diavolo piange di Rose Villain. È un pezzo trap con influenze cloud rap che parla di desiderio e possessione. Prodotto da SIXPM, usando synth analogici vintage e 808 distorte, che arriva dopo BUNDY, il primo pezzo in italiano dell’artista, prodotto da Young Miles.
Il Diavolo Piange ha un beat spettacolare sul quale la voce di Rose Villain gioca cambiando intonazione e flow, ma rispetto anche al precedente Bundy, manca di mordente, di un qualcosa di forte ed energico che eviti alla voce di Rose di risultare piatta.

 

 

5 a Una Favola di Zoda. È uno di quei pezzi che lo ascolti e dici ok non lo ascolto più. È piatto, nonostante l’anima intima e profonda, non spicca neanche in quel “avere te” ripetuto che avrebbe dovuto essere quasi urlato e non lasciato lì nel limbo sottotono che caratterizza l’intera traccia.

 

 

 

 

5 a Scale Mobili di Peppe Socks feat. CoCo. Non si capisce se è più un pezzo che vuole essere indie o alla Paolo Meneguzzi, a me personalmente ricorda lo stile della Bilogang. Scale Mobili ha un bel ritornello che strizza l’occhio al pop, ma per il resto suona stucchevole e noioso, come una cantilena

 

 

 

 

6 a Dovrai di Joey feat. Achille Lauro. La voce e l’intonazione di Joey ricordano  quelle di Irene Grandi e Dovrai è un brano graffiato a tratti rock all’italiana, a tratti energico, sprattutto nella seconda strofa e che sa di quel pop anni 80 arricchito da due incisi urlati di Achille Lauro, che in un brano come Dovrai trova terreno fertile per il suo stile e la sua voce.

 

 

 

 

6 a Marbella di Philip. Ritmi dance e latini si incontrano con la trap, un sound nuovo su cui Philip con sguardo lucido e attento racconta la vita dei ragazzi che cercano di svoltare con i traffici illeciti, in quella zona della Spagna finita sui telegiornali di tutto il mondo per essere diventata una delle rotte più famose del narcotraffico. Dopo Dalla zona(intro) continua il connubio tra la storia della musica urban milanese dove due generazioni a confronto si trovano insieme: Philip e Don Joe.

 

 

 

 

7 a Boom Boom di Ludwig. Un brano esplosivo dalla melodia super pop e dai classici riferimenti all’Italo Dance anni ’90 con un tributo all’intramontabile hit dei French Affair ‘My Heart Goes Boom’. Boom Boom segue un po’ il filone aperto da Auto Blu di Shiva di riprendere una hit dance anni ’90 e riproporla. Ludwig ci presenta una versione di My Heart Goes Boom che se fosse uscita a metà anni ’90 avrebbe spaccato in discoteca perché è riuscito a ricalcare il suono e l’ignoranza tipica di un brano dance. Boom Boom è un brano talmente travolgente che restare fermi risulta davvero impossibile e nel quale fanno capolino tutti gli elementi tipici degli anni ’90: Tamagotchi, Crystal Ball, Indovina chi, Pokemon.

 

 

 

 

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