Quali sono i migliori album postumi usciti finora?

Oggi è stato rilasciato il primo singolo postumo di Juice Wrld, Righteous, ma la storia recente e passata del rap è ricca di pubblicazioni post mortem, alcune ben riuscite, altre decisamente meno.

 

Quali sono i migliori album postumi usciti finora?

XXLMAG ha stilato un’interessante lista di 11 album post mortem, che mi sento di condividere in parte.

 

1. The Notorious B.I.G., Life After Death (1997)

23 anni dopo la sua tragica morte, The Notorious B.I.G. vanta il singolare primato di aver pubblicato il suo miglior album dopo la sua morte.

Come nel suo album di debutto, Ready to Die, anche in Life After Death Biggie evita i cliché tipici dei racconti di strada a favore di storie dettagliate e filtrate solo attraverso il suo approccio diretto e il suo senso dell’umorismo. Mentre altri rapper offrono una visione più leggera della vita di strada, nella migliore delle ipotesi, Life After Death potrebbe essere paragonata alla tua scena preferita di The Godfather.
Life After Death è un disco solido, dove il gangsta rap si unisce alla capacità di creare hit ed è a tutti gli effetti un disco che non ha tracce riempitive, nonostante sia uscito dopo la morte di Biggie, ma che contiene solo le migliori rime e le migliori canzoni del miglior rapper della sua epoca.

 

 

 

 

 

 

2. Tupac Shakur, The Don Killuminati: The Seven Day Theory (1996)

È quasi ironico pensare che le ultime canzoni registrate da Tupac Shakur prima della sua morte siano anche alcune delle più potenti della sua intera discografia e che le possiamo trovare nel suo album postumo The Don Killuminati: The Seven Day Theory. Un’opera composta da 12 tracce che abbandona la lucentezza di All Eyez on Me e ingrandisce la paranoia e la furia di quell’album in un modo che non consente agli ascoltatori di sfuggire ai racconti maniacali e grotteschi di Tupac. Come quando la voce di Pac diventa rauca e perde udibilmente il respiro mentre elargisce minacce di morte e richieste di assoluzione. Vacilla tra l’essere filosofico (“Blasphemy”), il voler cambiare il mondo (“White Manz World”) e la religione. Come in “Blasphemy”, dove mette in discussione la religione, la società e il ruolo che possono svolgere nel suo destino, o in “Ave Maria”, ricca di riferimenti inquietanti di Pac sulla resurrezione di Gesù Cristo e che arriva a suonare come una seduta per evocare lo spirito di Makaveli.

The Don Killuminati: The Seven Day Theory è considerato a tutti gli effetti uno dei migliori album postumi della storia.

 

 

 

 

 

3. Mac Miller, Circles (2020)

 

Composto da canzoni che Mac Miller aveva intenzione di pubblicare in quello che avrebbe potuto essere un degno compagno per il suo album Swimming, Circles funge da sequel dell’ultimo LP che Mac ha pubblicato prima della sua morte avvenuta per overdose il 7 settembre 2018.
Circle, uscito il 17 gennaio, è la degna risposta a Swimming. Se in Swimming, Mac Miller racconta la sua battaglia con la depressione, in isolamento e con pensieri cupi come l’incapacità di fuggire e di rialzarsi, Circles vede un Mac Miller che cerca di cambiare “E so che qualcuno mi conosce / lo so da qualche parte, c’è casa / sto iniziando a vedere che tutto quello che devo fare è alzarmi e andare“, canta in Surf.
Dato che Mac Miller era già riuscito a registrare l’album prima della sua morte, e che il resto è stato gestito dal suo collaboratore Jon Brion, Swimming completa perfettamente la visione che Mac aveva deciso di creare, rendendolo un capitolo significativo dell’eredità dell’artista.

 

 

 

 

 

4. Lil Peep, Come Over When You’re Sober, Pt. 2 (2018)

 

Non sapremo mai come avrebbe potuto evolversi la musica di Lil Peep o quanto sarebbe diventato grande se non fosse morto per overdose il 15 novembre 2017. Partendo da questo presupposto possiamo dire che Come Over When I’m Sober Pt. 2 ci fornisce uno scorcio allettante del suo potenziale e di quello che avrebbe potuto essere.
Con testi malinconici e alcune forti influenze pop punk, Peep è stato influenzato dalle stesse sonorità di artisti contemporanei come Trippie Redd e XXXTentacion, che compare nella traccia “Falling Down”.
Il sequel di Come Over When You’re Sober racconta di solitudine, dolore e tristezza. Mentre molte versioni postume includono skills non strettamente necessarie per riempire tracce quasi vuote, Come Over When You’re Sober Pt.2 è composto quasi esclusivamente da Lil Peep e dai contributi del suo amico e collaboratore Smokeasac (produzione) e di sua madre, che hanno supervisionato la realizzazione del progetto.

 

 

 

 

 

5. Eazy E, Str8 off tha Streetz of Muthaphukkin Compton (1996)

 

Considerando che Eazy-E è stato uno dei primissimi gangsta rapper al mondo, tanto da essere considerato il padre del gangsta rap, è un po’ emblematico il fatto che non abbia mai pubblicato un seguito adeguato al suo album di debutto, Eazy-Duz-It. Rilasciato 10 mesi dopo la sua morte, avvenuta a causa di complicazioni dovute all’AIDS il 26 marzo 1995, off tha Streetz of Muthaphukkin Compton è la degna rappresentazione della lirica di Eazy-E.
L’intero progetto è per eccellenza Eazy, senza se e senza ma. Troviamo le liriche e i synth tipici della West Coast, minacce più o meno casuali un po’ dappertutto e la collaborazione di artisti che sono stati spesso al fianco di Eazy-E, come Dresta e B.G. Knocc Out e MC Ren degli N.W.A. Nonostante il progetto non abbia canzoni iconiche come “Eazy-Duz-It” o “Boyz-n-the-Hood”, brani come “Ole School Shit” ci fanno capire che Eazy stesse quasi raggiungendo l’apice della sua carriera artistica. Con una produzione che si adatta perfettamente allo stile che ha contribuito a costruire una parte fondamentale della storia del rap, Str8 off tha Streetz of Muthaphukkin Compton è il mondo più appropriato per ricordare una leggenda come Eazy-E.

 

 

 

 

 

6. XXXTentacion, Skins (2018)

 

XXXTentacion ha lasciato il segno essendo essendo stato in grado di trasformare le sue influenze stilistiche (punk rock, hip-hop, R&B) in qualcosa che i suoi fan hanno percepito e sentito arrivare direttamente nella loro anime. X, che è morto durante una rapina il 18 giugno 2018, ha proseguito la sua impronta stilistica anche post mortem
con Skins, un album che offre molteplici flash di ciò che ha reso il rapper ventenne un artista così particolare, seguito e amato.
Laddove molti album postumi sono inclini a fallire, Skins è un esempio di come sfruttare al meglio il materiale rimasto di un artista e trasformarlo in qualcosa di significativo.

 

 

 

 

[FONTE XXLMAG.COM]

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