Paola Zukar sulla ripresa dei concerti: “il 2020 ce lo siamo giocati”

Il Fatto Quotidiano, in merito al quesito concerti, ha interpellato i manager di alcuni artisti: Paola Zukar (Marracash, Fabri Fibra e Clementino), Gabriele Parisi (Nek e Fiorella Mannoia), Michele Torpedine (Il Volo), Fabrizio Giannini (Tiziano Ferro) e Giacomo Sabatino (Alessandra Amoroso) e tutti sono più o meno concordi che se ne riparlerà nel 2021.

 

Ieri avevo ipotizzato i vari danni e scenari che uno stop di un anno ai live potesse creare al mercato dell’intrattenimento dal vivo, a tutti coloro che lavorano in questo settore e agli artisti stessi.
Pensare che lo stop ai concerti duri fino al 2021 è tosta, non solo per la nostra voglia di tornare a divertirci, ma anche e soprattutto per le tantissime persone che resteranno senza lavoro.

 

Proprio a Il fatto Quotidiano Paola Zukar ha dichiarato: “il mondo discografico cambierà molto, ma non verrà stravolto come accadrà a quello dei live. Due dimensioni che sono connesse, se si pensa che Marracash ha posticipato tutto. Il disco ‘Persona’ era strettamente legato alla dimensione live. C’è chi parla ora di primavera 2021 o addirittura dell’estate 2021 per la ripresa. Di certo il 2020 ce lo siamo giocato così, in questo limbo d’incertezza. Si è bloccato tutto, progetti nuovi, dischi, nemmeno Amazon ha distribuito più album perché, giustamente, erano concentrati nella distribuzione di beni di prima necessità. Tiziano Ferro ha tirato in ballo un concetto giusto. Ovvio che sanità e concerti hanno due pesi diversi, ma è sbagliato dire che il mondo che ruota attorno al live sia superfluo. Allora tutto è superfluo! Tranne mangiare e sopravvivere. Una cosa è certa, questo momento ci porterà a fare un’opera di grande pulizia. Lo ha detto anche Giorgio Armani per la moda, levare il superfluo”.

 

 

Questo è un altro punto da tenere in considerazione: lo stop ai concerti, live, dj set e il fermo alle uscite dei dischi fisici, nonché l’operare solo sugli streaming cambierà molto l’andamento del mercato discografico. Come? Da una parte ci sarà una selezione naturale, inevitabilmente alcuni artisti perderanno più di altri e verranno lasciati indietro, dall’altra la manipolazione degli streaming farà sì che artisti che non riempirebbero neanche il bar sotto casa faranno più numeri di artisti che riempiono gli stadi. Un fenomeno questo che abbiamo già notato, ma che sarà ancora più evidente.

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