Avere stile è molto più importante che avere soldi

Lo stile nell’abbigliamento come segno di appartenenza a uno specifico gruppo o ceto sociale è da sempre uno degli emblemi della storia, non solo della musica in generale e nello specifico dell’hip-hop, ma anche della cultura e della società. La moda cambia continuamente, si evolve, prende dal passato per rinnovarsi nel presente e reiventare il futuro e oggi più che mai nel nostro paese sono i rapper a dettare lo stile. Che rap e moda siano ormai un connubio vincente non è di certo una novità. Sempre più spesso anche i rapper italiani sono impegnati in shooting, campagne stampa ed eventi legati ai più disparati brand nostrani e non, che si tratti di streetwear, di fashion o footwear poco importa, ormai sono loro a dettare le regole dello stile.

 

 

Ogni volta che apriamo Intagram scorrono veloci le immagini che li ritraggono posare in diversi outfit e viene da pensare che ad alcuni la situazione stia decisamente sfuggendo di mano. Certo le cosìdette marchettate fanno comodo a tutti, da un lato portano soldi, regali e visibilità agli artisti e dall’altro fanno incrementare le vendite dei brand in questione che sfruttano la loro immagine e popolarità, ma vederli sempre ritratti in pose da fashion blogger di basso bordo a una certa come si suol dire ha anche un po’ stufato.

 

 

Affari d’oro con ragazzi dai 16 ai 26 anni attenti a copiare ogni dettaglio dei loro eroi musicali e spesso per l’industria della moda è più efficace un palco di una passerella per arrivare dritti al desiderio di shopping dei ragazzi. E se il rap è una musica irriverente, allergica al potere e alla forma, allora deve esserlo per forza anche l’immagine del rapper, ma quello che veramente accomuna tutti, soprattutto i giovani rapper è la loro passione sfrenata per la moda. Già, perché “Maglie di Armani / Le cinte di Gucci” sembrano essere le priorità per questi cantautori di strada, che sui loro profili Instagram potrebbero fare invidia alle numerose fashion blogger vestite normcore senza fantasia. Non è una novità che i rapper siano così attenti alle tendenze, lo sono sempre stati sia in Italia che soprattutto negli USA, ma la nuova generazione è diversa. Il loro stile, che richiama influenze internazionali, si riflette anche nel loro guardaroba, portando una ventata d’aria fresca al panorama musicale di oggi. I loro abiti, ormai, fanno parte della loro immagine, importante tanto quanto i loro testi: eccentrici, forse pacchiani e sopra le righe, sicuramente mai banali ma il loro stile è un’affermazione della loro storia, di quello che erano, che sono e che vogliono essere.

 

 

Si dice che la musica sia più importante dell’immagine, io credo che soprattutto oggi, l’immagine sia più importante della musica, o che le due cose vadano di pari passo, è brutto da dire ma spesso e volentieri chi non ha una forte immagine viene lasciato indietro dal punto di vista musicale. E c’è chi punta tutto sull’immagine, consapevole forse di non aver abbastanza talento. Come Mambolosco, che in una nostra recente chiacchierata mi ha detto “non sarei famoso se non avessi questa immagine e non spendessi così tanto in vestiti”.
Buona parte del pubblico ha una totale mancanza di conoscenza di questo genere musicale, oggi si parla solo di apparire e non più di appartenere. In origine l’hip-hop era l’appartenere a una cultura, fatta anche di abbigliamento certo, di status symbol, ma era comunque una cultura a 360°, oggi è l’apparire ciò che conta maggiormente. Oggi siamo arrivati a un punto in cui di quella cultura è rimasto ben poco, in cui la musica stessa è diventata crossover, non c’è più il rap, non c’è più quel rap che abbiamo vissuto negli anni ’90 e nei primi 2000, c’è un mix di suoni nuovi e di altrettanti esponenti che cercano di spiccare non solo per doti musicali, ma anche e soprattutto per l’immagine. Il rap è moda e fa moda sui social, su Instagram, agli eventi, in passerella, sui palchi e per strada, tra la gente comune, tra i ragazzini che sentono di appartenere a qualcosa quando riescono a comprarsi quel capo che hanno visto indossare al loro idolo, quando hanno la sua stessa pettinatura e i suoi stessi gioielli. L’immagine di un ragazzo con i capelli colorati, i tatuaggi in faccia, le collane vistose ti fa credere che se hai quelle cose puoi diventare famoso. Basta possedere oggetti e non necessariamente talento.

 

 

Avere stile è molto più importante che avere soldi,” dice Kanye West nel documentario di Sacha Jenkins sull’hip-hop, “Fresh Dressed“, nel quale si evince quanto la moda debba all’hip-hop e di come lo stile possa essere portatore di espressione individuale. Ma dove finisce l’espressione individuale e dove inizia l’emulazione come senso di appartenenza? 
E laddove le possibilità economiche della famiglia non siano le stesse di Sfera Ebbasta o del compagno di classe, cosa resta? La frustrazione di non essere come gli altri e la smania di voler arrivare a possedere qualcosa per sentirsi uguale agli altri, perché a questo punto credo che a pochi importino i racconti e gli esempi dei propri idoli che partiti da zero con pochi soldi sono riusciti a conquistarsi tutto quello che oggi possiedono e che vediamo sui social, credo che agli adolescenti interessi più il tutto e subito. Del resto i loro eroi musicali oggi sono lì, esposti in vetrina con migliaia di euro addosso, a chi importa com’erano 5 o 10 anni fa o i sacrifici che hanno fatto per arrivare dove sono oggi? Ovviamente a pochi, perché quello che realmente conta é il presente.

 

 

Il connubio moda e hip-hop ha sicuramente cambiato diverse volte le regole del gioco, sia nostrano che internazionale, sono lontani i tempi in cui i pantaloni baggy e le giacche di jeans viste indossate da afroamericani per strada sono arrivate in passerella, ma tutt’oggi sono molti gli stilisti che prendono ispirazione dal mondo rap per le proprie collezioni, i rapper a loro volta sono diventati delle vere e proprie icone di stile sia negli USA, sia ovviamente anche in Europa e in Italia e lo sposalizio trai i due mondi viaggia ormai su binari paralleli da tanti anni, ma nel momento in cui il rap in Italia esplode e si allarga a macchia d’olio, il tutto, dallo stile, alla moda, alla musica, arriva a coinvolgere sempre più persone e generazioni fino a diventare un fenomeno sociale e da social.

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