Mostro: “sono Mostro Super Sayan 4”

Pochi giorni fa è uscito il nuovo disco di Mostro, Sinceramente Mostro, un album ricco, intenso, estremamente intimo e sorprendentemente meno cupo dei precedenti. Al centro delle liriche c’è sempre lui: Giorgio in arte Mostro, ma con più luci che ombre. Sinceramente Mostro è come una sorta di manifesto musicale di Mostro racchiuso tra le parole dell’opening track Nuova Luce, ovvero aria di rinascita e rinnovamento “nuovo disco, nuove rime, nuovi flow”, ma anche “nuove strade, nuovo stile, nuovo me“.

 

 

Il titolo Sinceramente Mostro suona come la conclusione di una lettera, si può dire che è come se avessi condiviso con noi un qualcosa di intimo?

“Confermo. Ho sempre avuto un approccio molto intimo alla scrittura, ma questo disco, a differenza dei precedenti, si presenta in una forma più limpida, questa volta non sentivo la necessità di nascondermi dietro canzoni estreme, avevo bisogno di farmi comprendere da più persone possibili”.

 

In qualche modo hai diviso Mostro da Giorgio, come sei arrivato a questo punto?

“Crescendo ho assunto sempre più sicurezza e consapevolezza di me stesso. Mostro è sempre stato la “cosa” alla quale facevo dire ciò che pensava Giorgio, per questo motivo, forse, tutto prima arrivava anche in forma così estremizzata e teatrale.
Per questo disco sento di aver trovato il giusto equilibrio”.

 

In un momento in cui le collaborazioni sembrano più importanti del disco stesso, come mai ha scelto solo Gemitaiz?

“L’errore qui sta nel fatto che si è arrivati al punto in cui le collaborazioni sono più importanti del disco, non nel fatto che io collabori poco. Il mio album non è un villaggio turistico, non tutti sono i benvenuti. Vivo la mia musica in maniera troppo personale per pensare di poterla condividere con chiunque”.

 

Se Britney è sopravvissuta, c’è speranza per tutti?

“Cazzo sì”.

 

 

 

Più ci provi più non trovi la strada, hai paura di ricadere?

 

“Sì. Io non sono perfetto, non mi sveglio tutti i giorni felice, con la voglia di riscrivere la mia vita. Questo è un disco che racconta il mio processo verso una crescita personale e un allontanamento da situazioni che mi stavano abbrutendo. Ma in questa crescita ci sono anche delle ricadute ed è giusto che io le racconti”.

 

Rispetto al precedente, è un disco più positivo, ma parli anche di depressione e momenti bui, è quello che stai vivendo?

 

“Mi ricollego alla domanda di prima: l’album si chiama Sinceramente Mostro e in questa sincerità, oltre a cercare di esprimere tutta la mia voglia di essere migliore, è necessario che io scriva anche delle situazioni in cui non ci riesco”.

 

Perché il mondo è tuo peggior nemico?

“Ci sono giorni in cui niente e nessuno funziona con la mia persona”.

 

 

In Le belle persone dici “a giudicare sono sempre loro”, ti senti giudicato?

 
“La mia musica è spesso e volutamente fraintendibile, mi piace giocare tra forma e contenuto, ma questo, appunto, fa sì che non tutti colgano il modo in cui dico le cose. Di conseguenza, succede che io venga attaccato da persone che sono solo spaventate dall’aver sentito tre parolacce”.

 

Come riesci a combinare quello che vuoi fare e quello che il tuo pubblico si aspetta da te?

“Non lo combino. Faccio solo quello che voglio fare io. Anche perché il vero pubblico, i veri fans, non sono quelli che pretendono tu faccia un disco uguale a quello precedente, sono quelli che, invece, aspettano cosa hai da dire sta volta“.

 

Rap, melodia, introspezione, rabbia, spocchia, provocazione, ribellione: quale di questi aspetti ti appartiene maggiormente in questo momento della tua vita?

 

“Tutti. Sono Mostro Super Sayan 4 in questo periodo”.

 

 

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