Fuga da Milano

Altro che Fuga da Alcatraz ieri sera si è scatenata la fuga da Milano. Eppure ieri pomeriggio le strade che ospitano la maggior parte dei negozi, come Corso Buenos Aires a Milano, erano intasate, come se fosse l’ultimo sabato prima di Natale e la corsa ai regali dell’ultimo minuto fosse imperante. Eppure i parchi, complice la bella giornata, erano pieni di persone, bambini, adulti, cani, sportivi che si allenavano. Eppure i locali sui Navigli erano stra colmi. C’era coda ai camerini dei negozi come Zara, coda alle casse, coda e affollamento sugli impianti sciistici. Eravamo tutti in vacanza. Del resto hanno chiuso scuole e università per permetterci di uscire e farci i cazzi nostri. Poi all’improvviso lasciamo bar, locali, strade, negozi, parchi, facciamo in fretta e furia le valigie e scappiamo da Milano. Così, se magari, anche uno solo di quelli che sono partiti, aveva il virus lo può diffondere tranquillamente ai suoi amici, parenti, conoscenti e sconosciuti al sud.

Oggi Milano è deserta. Come a Ferragosto. Fa solo meno caldo. Non è chiaro cosa possiamo o cosa non possiamo fare, dove possiamo andare e dove no. I bar e i ristoranti chiuderanno alle 18.00, alcuni proprio non aprono. Alcuni negozi di abbigliamento hanno deciso di chiudere per qualche giorno o settimana, non si sa. Nel dubbio stiamo a casa. Raga stiamo a casa. Insomma, quante volte abbiamo detto vorrei stare a casa, piumone, pizza e Netflix? Beh, ora possiamo farlo. Non è una figata? Certo, la noia arriverà. Non è facile cambiare la nostra quotidianità, ma un piccolo sacrificio ne vale la pena. Se questa situazione non esplode più del dovuto, o più di quanto già è esplosa, presto possiamo tornare alla normalità. Intanto andiamo incontro alla bella stagione, quella in cui ci sono più cose da fare e stare in giro è molto più piacevole, vogliamo privarci anche di quello solo per non aver seguito poche e semplici regole?

Siamo quasi nella merda, forse possiamo togliere il quasi. Sta di fatto che se ci ammaliamo e il numero dei contagi sale ancora, a quel punto ce l’abbiamo in quel posto. Potremmo non avere la possibilità di essere curati e salvati. Io, tu, tutti. Nessuno è immune. Non siamo supereroi. Neanche i medici lo sono e le macchine usate in terapia intensiva non sono infinite e purtroppo non esistono solo i malati di coronavirus.

Stiamo a casa raga. Il più possibile. La ribellione è avere rispetto per se stessi e per gli altri. Tutti.

Prendiamolo come un periodo di pausa da dedicare a noi stessi e fare quelle cose che non abbiamo mai tempo di fare. Leggere, guardare film e serie tv, quel documentario sul rap che non siamo ancora riusciti a vedere, ascoltare musica, scrivere, imparare che ne so a cucinare, a usare Photoshop, a dipingere, o qualsiasi altra cosa. Sfruttiamo questo tempo per noi. Fermiamoci.

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