La pagella delle uscite settimanali

7 a Sinceramente Mostro di Mostro. Mostro mette al centro della sua musica testi provocatori e mai scontati, rime taglienti e potenza dei suoni e anche in questo disco ritroviamo tutti i capisaldi della sua lirica. Ma ha fatto un upgrade. Mancano i mostri, la depressione, la parte cupa, che ritroviamo solo a tratti e che lasciano ampio spazio a momenti di critica, autoanalisi, autocrita, cadute e risalite. Come che emerge e rinasce dalla cenere, come Britney Spears. È un disco che guarda al presente e al futuro e che non ha più a che fare con il passato. Come se fosse un punto di ripartenza e rinascita per Mostro e in questo senso, dal punto di vista delle tematiche è un po’ ripetivo.

 

 

 

 

6 a GarbAge di Nitro. Ottima e indiscutibile tecnica, ma troppe troppe sperimentazioni. Nitro ha provato e ci ha messo dentro un po’ di tutto, il risultato? Non si trova qualcosa che gli calzi a pennello. È un disco che scivola via, con la tecnica perfetta di Nitro, ma senza qualcosa che leghi le tracce e soprattutto qualcosa in grado di bucarti l’anima, come Nitro ha ampiamente dimostrato di saper fare.

 

 

 

 

6 a Neon – Le Ali di Marracash feat Elisa. Il brano sembra essere la perfetta parte mancante di Persona, la hittona da radio in grado di accontentare e conquistare tutti. È il featuring femminile perfetto. Elisa e Marra se la intendono benissimo dal punto di vista musicale e nonostante il brano non sia stato inserito in Persona per tempi di consegna stretti, arriva al momento giusto. Ci voleva un singolo per il quale le radio impazzissero ed eccolo: Neon è perfetto con quel ritornello che prende spazio alle rime. È uno dei pezzi più pop e meno rap di Marracash.

 

 

 

 

5 a Monolocale di Francesca Michelin. È tutto sbagliato. Francesca Michelin ha sicuramente una bella voce, ma il pezzo è tremendamente sbilanciato. Un brano con voce femminile pop e artista rap è perfetto quando la voce femminile regala un ritornello in grado di spezzare la durezza delle rime e arrivarti dentro tanto da fartelo cantare. In questo caso questo succede solo dopo la strofa di Fibra, volutamente più lunga rispetto ad alcuni feat rap con artisti rap, perché è come la canzone risultasse noiosa e urlata fino all’arrivo di Fibra e poi iniziasse ad avere un senso e un bilanciamento.

 

 

 

 

7 a Gianni nazionale di Gianni Bismark. È il singolo perfetto per creare hype e aprire le porte al nuovo progetto di Gianni Bismark. È un brano alla Bismark, con rime ben assestate, e un ritornello che sa di coro da stadio, il tutto reso più leggero e orecchiabile rispetto ad alcuni dei suoi lavori precedenti.

 

 

 

 

6 a Sottovalutato di Vacca feat. Vaz Tè.Sono il più sottovaluto tra i sottovalutati, sono caduto mille volte qua e mi sono rialzato e tutto l’oro che c’ho addosso fra è 18 carati nessuno ora mi può fermare come un carro armato. Il più sottovalutato come Vaz Tè” dice Vacca nel brano. E va bene, l’abbiamo capito che sei bravo, il più forte, il migliore, che gli altri non ti apprezzano, che meriti di più. Ok, ora cambia registro. Non metto in discussione la bravura di Vacca, né tantomeno Vaz Tè, ma sono anni che Vacca dice sempre le stesse cose. Cade e si rialza, ora torna ancora una volta a dirci che è caduto e si è rialzato. E che palle. Per il resto il singolo scorre bene, niente da dire, Vacca sa rappare molto bene, ha un ottimo uso delle parole e Vaz Tè si inserisce benissimo nel brano con un ritornello che spacca e un’ottima strofa, basterebbe variare un po’ gli argomenti.

 

 

 

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