Massimo Pericolo: “il rap non serve più a un cazzo”

Il pessimo di Massimo Pericolo è ormai noto a tutti, e a volte fa anche sorridere. Anche per il suo essere, o mostrarsi, sempre terra terra, nonostante comunque nell’ultimo anno abbia avuto successo, un disco super venduto, milioni di views su YouTube. Ma è sufficiente? Secondo lui no. E fanno riflettere le considerazioni che ha condiviso via Instagram stories.

Bella raga, facciamo finta che parliamo face a face. Nel momento in cui fai un disco e ti metti a posto, più o meno, nel senso che hai più possibilità rispetto a prima, che cazzo ti resta da dire? Niente. Il rap non serve più a un cazzo. Aprirò una lavanderia a gettoni“.

 

Guardando il video, Massimo Pericolo sembra stanco, oppure fatto, ma sicuramente disilluso e questa disillusione, sia che sia dovuta alla stanchezza o all’effetto di qualche sostanza, fa riflettere. Davvero l’obiettivo finale è fare un disco di successo e poi svanisce tutto? Niente più stimoli, niente più cose da dire. È solo una corsa al successo e una volta ottenuto non c’è nient’altro da fare? È triste se è così. Vuol dire che manca il mordente, la forza, la passione. Un disco andato bene, il successo ottenuto velocemente non sono niente nella carriera artistica a lungo termine. Quanti artisti avrebbero dovuto fermarsi al primo disco allora? È lì che inizia il gioco invece, che si va avanti, si supera se stessi, si combatte. Il rap serve se ce l’hai dentro e non se è solo un mezzo per diventare famosi e mettere in tasca due spicci.

È naturale dopo una vita disagiata, e dopo un successo chiedersi e adesso cosa faccio? Ho ancora qualcosa da dire? Credo sia successo a tutti, almeno una volta, e non solo nella musica, ma è da lì che si dovrebbe ripartire. Il successo dovrebbe essere un punto di partenza, non di arrivo. C’è da dire anche che all’inizio fai rap per passione, per fame, poi diventa un lavoro e tutto inizia a vacillare, i sogni non sono più grandi e irraggiungibili come quando avevi iniziato e quindi pensi “il rap non serve più a un cazzo”, ma esiste qualcosa di più bello che fare della propria passione un lavoro?

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