Perché si indignano tutti per i testi di Junior Cally e non per quelli di Masini?

No grazie, il brano che Junior Cally presenterà al Festival di Sanremo, è antipopulista, ma l’artista è riuscito a mettere d’accordo tutti gli schieramenti politici. Pd, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega non lo vogliono al Festival. Mica male eh, è arduo metterli tutti d’accordo. Il motivo è ovviamente la polemica che si è scatenata contro i testi di alcune sue canzoni definiti sessisti e violenti.

Perché tutto questo clamore e tutto questo astio contro Cally? Solo perché fa rap? Perché nessuno dice niente su Marco Masini? Anche lui è tra i big in gara al Festival e anche lui ha nel suo repertorio brani che possono essere paragonati a quelli di Cally. Il problema è che uno è un cantautore e l’altro un rapper?

Riascoltiamo insieme Bella Stronza.

Mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte finché viene domattina canta Masini. E va bene che la canzone risale al 1995 e già quell’anno fu duramente criticata per la durezza del testo, ma oggi tutti sembrano essersene dimenticati. Masini peraltro fu criticato anche per un’altra canzone, Vaffanculo, che proprio per il ripetersi dell’epiteto ebbe una rotazione radiofonica e video ridotta. Ora non voglio dire che Marco Masini debba essere condannato e Junior Cally no, i testi di entrambi possono essere tranquillamente paragonati e se parliamo di parole violente sulle donne sono esattamente alla pari. Allora perché l’opinione pubblica e i nostri politici si scomodano indignati per fare in modo che Cally non vada a Sanremo con tanto di lettere e richiami ai vertici Rai? E non dicono niente su Marco Masini?

I soliti due pesi e due misure in base al genere musicale? Ricordo peraltro che Eminem si esibì al Festival di Sanremo nel 2001. Ricordo anche le polemiche che si scatenarono allora, ovviamente i testi di Eminem non passarono inosservati, ma la Rai tenne duro e lo fece esibire lo stesso, con qualche gaffes certo, ma intanto è salito sul palco dell’Ariston cantando Non me ne frega un cazzo se questa tizia è mia madre, me la scoperei lo stesso senza preservativo e le eiaculerei dentro, e avrei un figlio e un fratello contemporaneamente”.

Il punto è che l’Italia deve scandalizzarsi per forza. L’anno scorso è stato il turno di Achille Lauro con “una canzone dedicata all’ecstasy“, quest’anno tocca a Junior Cally che inneggia alla violenza sulle donne. Sempre il rap e i suoi esponenti sono nel mirino. Perché se Junior Cally fosse stato il cantautore Pinco Pallo avrebbero tutti chiuso un occhio. Ma il rap scandalizza sempre i benpensanti, che poi lucrano su fatti di cronoca anche violenta contro le donne nei loro salotti televisivi. Che poi guardano o trasmettono serie televisive come l’Onore e il Rispetto o leggono thriller come Uomini che odiano le donne, ma quella è arte, il rap è violenza. Il rap inneggia all’uso di droga e alla violenza sulle donne. Punto. Non c’è neanche spazio per capire o approfondire, perché non è arte, ma va bene se i suoi esponenti vengono usati per riempire le piazze. E allora di cosa parliamo? I nostri politici non hanno altro da fare che pensare e parlare dei testi di Junior Cally?

Eppure non mi sembra che il nostro Paese se la stia passando così bene, ma il problema dell’Italia è il rap.

C’è però da aggiungere una cosa: l’elemento polemica unito a all’indignazione genera hype. Nonostante la Rai e Amadeus non si siano ancora espressi sulla questione Junior Cally e molto probabilmente non lo elimineranno dalla gara, il nome di Cally è oggi sulla bocca di tutti. E lo era già da quando è stata annunciata la sua partecipazione al Festival con il tormentone “chi cazzo è Junior Cally” e una cosa è certa: la sua canzone verrà ascoltata da molti, forse ancora di più se non fosse scoppiato questo caso mediatico. Sebbene le polemiche durano finché non ne scoppia un’altra, e nonostante l’assurdità di questa faccenda, è il caso di dire: bene o male purché se ne parli.

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