Gemitaiz e Madman: lo show in carcere e l’intervista con i detenuti

Una bella iniziativa quella che ha visto protagonisti Gemitaiz e Madman all’dell’Istituto Penale per Minorenni “C. Beccaria” e che ha dato il via a una raccolta fondi con l’obiettivo di fornire la strumentazione necessaria all’implementazione dei progetti di educazione musicale organizzati da SuoniSonori e 232, due associazioni che offrono servizi di educazione musicale, tra cui un vero e proprio laboratorio rap, all’interno dell’Istituto.
[La raccolta è online al link https://www.retedeldono.it/it/progetti/suonisonori/tanta-roba-x-suonisonori.]

 

 

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Il lancio del fundraising fa seguito al Christmas Show di Tanta Roba Label  giovedì 19 dicembre, al Teatro PuntoZero presso il Beccaria. Opening act affidato a Diamantik, rapper ospite del carcere Beccaria che, per l’occasione, ha presentato al pubblico i suoi lavori inediti. Un’ora di performance in cui Gemitaiz & MadMan hanno alternato brani del nuovo album Scatola Nera a cavalli di battaglia, in un live particolarmente intenso alla fine del quale hanno trascorso ancora del tempo con i ragazzi dell’Istituto, rispondendo alle loro domande. 

 

 

 

 

Durante la chiacchierata Gemitaiz ha parlato anche del suo rapporto con le sostanze stupefacenti. Ha ammesso di aver smesso con tutto, tranne che con la cannabis, sempre presente nella sua vita dai 14 anni in poi e nelle sue canzoni.Quando scrivo spesso fumo, sono dipendente, non riuscirei a smettere da un giorno all’altro. Però riesco a mantenere un buon contatto con la realtà. Anche dal punto di vista lavorativo non hanno alcuna interferenza, prima ero meno stacanovista, ora sono molto professionale, se non addirittura rigido“. Gemitaiz non si è fermato a parlare solo di cannabis, ma ha affrontato anche il tema dell’arresto avvenuto nel 2014, e si è mostrato molto vicino a tutti i ragazzi detenuti nell’istituto.

 

 

 

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In un contesto di comunità confinata il rap può svolgere una funzione di primaria importanza, facilitando la rieducazione dei ragazzi reclusi ed internati e conferendo loro gli strumenti per tornare liberi dalla delinquenza. Il carcere diventa ogni giorno di più il contenitore sociale di gruppi svantaggiati: tossicodipendenti, persone senza fissa dimora, portatori di disagio psichico, vittime di abusi o prive di legami familiari, stranieri e abitanti di aree ad alto indice di povertà. Dove lo Stato non riesce ad abbattere le cause di disuguaglianza, la vulnerabilità avvicina alla criminalità. Alle volte la riabilitazione passa soprattutto dall’impegno di associazioni, cooperative sociali e volontari: SuoniSonori e 232 rappresentano una possibilità di riscatto per gli ospiti dell’istituto penale minorile di Milano. E’ proprio da questa consapevolezza che nasce la necessità e volontà di lanciare un fundraising che possa assicurare l’implementazione dei laboratori. La raccolta sarà online fino al 27 dicembre.

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