Perchè Unposted fa ancora notizia

La sua più grande paura era essere dimenticata. Il suo più grande successo è rendere impossibile che la sua paura possa avverarsi. Chiara Ferragni è come il suo documentario, sempre sulla breccia. L’ha proiettato a Venezia in anteprima e ne ha parlato tutto il mondo. L’ha proiettato a Milano e ne ha parlato tutto il mondo. L’ha proiettato a Roma e ne ha parlato tutto il mondo. L’ha proiettato a New York ed è finita sui grattacieli di Times Square. Ora il documentario è visibile su Amazon Prime e, tre mesi dopo la prima, ne sta ancora parlando tutto il mondo, come se fosse uscito ieri.

 

 

 

 

Chiara never stops non è solo un motto, è la sua religione. Nessuno si sveglia tutte le mattine con qualcosa da dire, lei sì.

 

Da dieci anni ha sempre qualcosa da mostrare, raccontare, non solo al mattino, ma sedici volte al giorno, su di lei, su suo figlio, sulla sua famiglia, sui suoi amici, sulle sue amiche, sui suoi prodotti, sui prodotti che pubblicizza, sui posti dove va in vacanza o sui posti dove la invitano a scopo promozionale.

 

Quando non ha niente, se lo inventa, come la crioterapia o le lezione di pole dance.

 

Con i post, e ancora più spesso con le stories, Chiara riempie le giornate dei suoi ormai quasi 18 milioni di followers. E a ogni rendiconto seguono miliardi di commenti, complimenti, messaggi adoranti, ringraziamenti, carte di credito strisciate per comperare ciò indossa.
Gli haters si sono rovinati il fegato nel tentativo di distruggerla e dirle che non vale il successo che ha avuto, ma sono stati rimessi al loro posto di “invidiosi e sfigati” dai seguaci di Chiara. L’unica cosa che gli haters sono riusciti a fare è farla salire ancora più in alto.

 

Mi ricordo quando ero a New York alle mie prime sfilate, era un sogno. Ma sentivo le bad vibes, sentivo la gente che non credeva in me”. Senza le bad vibes e chi le dava sei mesi di popolarità, Chiara sarebbe ancora a Cremona. Le bad vibes l’hanno spinta in alto ancora più dell’amore dei fan.

 

Chiara è come l’aria, puoi fingere di ignorarla, ma c’è. E anche se non la segui, sei circondato dalla sua immagine. Il suo viso è ovunque, sui giornali, nelle vetrine, sui cartelloni pubblicitari, su qualunque sito, tv, social network. Qualunque cosa faccia, è una notizia. Sia che si sposi, si che scopra il push up a 32 anni, merita tutto un titolo. E mentre tu respiri l’aria vera, lei guadagna.

 

 

 

 

Cosa racconta Unposted? Questo. Che se ce l’ha fatta lei ce la possono fare tutti. Lo ripetono tutti gli intervistati dalla regista del documentario. Elisa Amoruso.
Ma non è vero. Chiara ha qualcosa che nessuno ha, è lei. E essere lei paga, cercare di assomigliarle no.

 

Unposted racconta che Chiara ha imparato questo lavoro dalla mamma, Marina di Guardo, che ha cresciuto tre figlie convincendole di essere straordinarie e speciali qualunque cosa facessero. E ha immortalato ogni secondo della loro vita perché valeva la pena essere ricordato.
Chiara è una viaggiatrice. Come sua madre. Ama la moda. Come sua madre. E’ una stakanovista, come sua madre.

 

La sua vita ha più ordine e disciplina della vita di chiunque altro. Essere sempre sotto i riflettori vuole dire essere sempre perfette e la perfezione è faticosa. Però Chiara non è solo quello. Chiara è naturale. Se picchia una craniata contro la porta, te lo fa vedere. Se inciampa, idem. Se suo figlio si fa male, te lo dice subito. Se si arrabbia con Fedez, dice le parolacce in pubblico.

 

Quindi non ci sono segreti in Unposted, ma ci sono interviste, tante, alle celebrities, come Silvia Venturini Fendi e Diane Diane von Fürstenberg. Ci sono gli americani, come i professori di Harvard o giornalisti di Forbes che raccontano quello che si sa già: Chiara è un fenomeno. Ma nonostante ripetano tutti la stessa cosa, il perché non riesce mai a spiegarlo nessuno. Nessuno diventerà mai come lei, neanche con la laurea che hanno istituito in suo onore. Non ce la fanno neanche le sue amiche e le influencer che hanno iniziato insieme a lei.
Perfino suo padre, Marco Ferragni, era perplesso quando questa figlia, mentre stavano andando a sciare, continuava a farsi foto in una posa più o meno identica alla precedente. “Non capivo dove volesse arrivare con questa sua mania”, racconta il padre nel documentario, ridendo per aver sbagliato così tanto previsione. La risposta non c’era perché forse era sbagliata la domanda.

 

Chiara era già arrivata e voleva dirlo a tutti, anche a chi la prendeva in giro perché lei era Chiara Ferragni.

 

Unposted ha un solo difetto, E’ troppo lungo. Ma anche The Irish man lo è, per farlo, ci sono voluti Scorsese, Al Pacino, De Niro, Joe Pesci e 250 milioni di dollari mentre per far Unposted c’è voluto molto meno. Quando entrambi i film usciranno dai titoli dei giornali, Chiara sarà ancora sulla breccia con qualcos’ altro da raccontare. Perché lei non si ferma mai. E non deve interpretare nessuno per avere successo. Solo essere Chiara Ferragni, se stessa, dentro e fuori dal set. Tutti gli altri possono fare solo come con la Madonna, portarla in processione o fingere di ignorarla ma in entrambi i casi lei non si fermerà mai perché gliel’hanno insegnato da piccola, che essere Chiara Ferragni era quanto di meglio potesse immaginare nella vita.

 

Quindi lei si concentra solo quello. Essere la versione migliore di se stessa. “La Chiara che vorrei” come ripete sempre nel suo documentario che resiste imperterrito alle stroncature della critica.

 

Unposted è il racconto di una favola moderna, solo che a differenza delle favole, è reale. È la realtà di Chiara Ferragni e della sua famiglia. È la prova vivente che se hai un sogno, qualsiasi esso sia, se ci credi, se lotti tutti i giorni, ce la puoi fare e puoi vivere del tuo sogno. Ma a quel punto non è finita. Hai vinto solo a metà, perché devi lottare ogni giorno per mantenerlo reale. Ma Unposted mostra anche e ancora di più il lato umano di Chiara Ferragni. Siamo soliti pensare che i personaggi famosi siano dei supereroi a cui la vita ha dato tutto e che non hanno problemi: non è così. Anche loro hanno le nostre stesse difficoltà, debolezze, insicurezze e i nostri stessi problemi e Chiara non si vergogna a dirlo apertamente, anzi, perché quello che ha vissuto lei può essere di aiuto alle persone che la seguono e viceversa. Ecco l’umanità e la naturalezza che rendono questa favola moderna reale ed accessibile a tutti.

 

 

 

Se hai un sogno e guardi Unposted ti rimane la consapevolezza di potercels fare anche tu. È come se Chiara Ferragni ti dicesse “se ce l’ho fatta io, ce la puoi fare anche tu” e ne esci con maggiore carica.

 

 

Anna Savini

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