Cosa sono gli Spotify Awards e i Podcast?

Ci sono due grosse novità sul fronte Spotify: gli Spotify Awards e l’arrivo dei podcast.

 

Gli Spotify Awards si terranno a Città del Messico il 5 marzo 2020, e verranno trasmessi dall’emittente televisiva Turner Latin America sia in Messico che nel resto dell’America Latina. Una scelta, quella della capitale messicana, derivata dal fatto che proprio in quella città vi è il maggior numero di ascoltatori di musica attraverso la piattaforma, più ancora che a New York, Londra o Parigi.

 

Abbiamo deciso di festeggiare riconoscendo quello che gli utenti amano basandoci interamente sui loro ascolti. Gli Spotify Awards non sono altro che questo, dando a tutti la possibilità di diventare parte dello show”, ha dichiarato a tal proposito Mia Nygren, managing director della filiale latinoamericana del gruppo. Solo nei prossimi giorni verranno resi noti, riferisce Music Ally, i dettagli delle premiazioni, che sveleranno in particolare quanta parte degli “Spotify Awards” si concentrerà sugli ascolti dell’America Latina.

 

La cerimonia degli Spotify Awards, secondo quanto dichiarato dal colosso svedese, sarà la prima basata al 100% su dati generati esclusivamente dagli utenti. Insomma, la grande differenza rispetto a Grammy, AMA, ai premi di MTV e a tutti gli altri riconoscimenti sarà proprio il fatto che ad assegnarli non sarà una giuria competente, bensì gli utenti dell’app attraverso i dati da loro forniti durante tutto l’anno.

Ma se Spotify consente l’utilizzo di bot e se alcuni brani compaiono nelle nostre playlist random o tramite ascolti shuffle, come fa Spotify a garantire che i dati siano privi di manipolazione?

 

Sempre durante l’incontro con i media, i big dell’azienda svedese hanno confermato la propria volontà d’investire sui podcast.

 

Spotify sta infatti testando una nuova funzione che propone agli utenti contenuti scelti da un algoritmo che si basa sugli ascolti precedenti. Anche in questo caso, visto che gli ascolti sono spesso manipolati dalla piattaforma stessa o da profili artist che utilizzano bot o ancora da promozioni effettuate direttamente da etichette discografiche e artisti tramite Spotify stessa, come può essere garantita trasparenza? I podcast ci verranno suggeriti così come ci vengono suggeriti gli album di determinati artisti che hanno pagato la promo a discapito ovviamente di altri?
La funzione, stando a quanto dichiarato dai piani alti di Spotify si chiama “Your Daily Podcast” e permette di creare una playlist, al pari di quelle musicali, ma con contenuti audio. La sperimentazione non è disponibile in tutti i Paesi, è iniziata per ora in Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Svezia, Messico, Brasile, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Il popolare servizio di streaming, a inizio 2019, aveva previsto che nel corso del tempo i contenuti non strettamente musicali avrebbero rappresentato il 20% degli ascolti totali e ha iniziato a investire sui podcast. A fine agosto, grazie a un’indiscrezione su Twitter della ricercatrice Jane Manchun Wong, è emerso che la società stia testando anche un tasto per semplificare la procedura di creazione di un nuovo podcast. Si chiama “Create your podcast” e ha l’obiettivo di permettere a chiunque di realizzare il proprio podcast direttamente dallo smartphone, facilitando notevolmente le procedure per tutti coloro che vogliono avventurarsi in questo mondo. Al momento non ci sono dettagli sulla distribuzione di questa funzione a livello globale.

Il podcast sembra essere lo strumento perfetto per contrastare il domino radiofonico, almeno in Italia e per permettere a Spotify Italia di perseguire la propria guerra contro le radio. Per ora la funzione non è disponibile nel nostro Paese, ma se e quando lo sarà, credo che ne vedremo delle belle.

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