Per cambiare il sistema bisogna avere idee migliori

Quando il capo è dispotico, lavora male e sta pure mandando l’azienda a picco, bisogna stare zitti o dirglielo in faccia, rischiando il linciaggio?

 

La risposta è in “Late Night”, un film dove Emma Thompson sfodera un taglio di capelli perfetto e una serie di look da ufficio tutti da copiare. In Italia, in realtà, il film si intitola “E poi c’è Katherine” ed è già stato ribattezzato il nuovo “Il diavolo veste Prada”. Katherine è la ragazza indiana che ha il coraggio di contraddire il diavolo, Emma Thompson, stravolgendo le regole e salvando il destino del Late Night. Emma Thompson, infatti, è la conduttrice di un talk show serale i cui ascolti stanno andando a picco.
Ha una decina di autori, tutti maschi, tutti bianchi, tutti terrorizzati da lei, che neanche li chiama per nome, ma solo con un numero.

 

Katherine è la numero 8, viene assunta per caso, faceva l’operaia in una azienda chimica, ha vinto l’incontro con un manager e da lì è arrivata al al suo show preferito. Il colloquio con il capo del personale va malissimo, ma il Diavolo, che ha appena licenziato un neo papà per aver chiesto un aumento, ordina di assumere una donna a caso.

 

Così Katherine (Mindy Caling) inizia a lavorare in un posto dove la guardano come un extraterrestre.
E’ candida, ingenua, naif, un po’ sfigata anche. Ma non sta zitta, E inizia a dire alla Thompson cosa deve cambiare. Ovviamente all’inizio viene rimessa malamente al suo posto, non viene tenuta in grande considerazione, fino a quando una sera, a una cena con i giornalisti, salva la conduttrice da una figuraccia.

 

A quel punto tutta la squadra, capo compreso, inizia a soffiare forte sul vento del cambiamento e i risultati si iniziano a vedere. Lo show ha qualche speranza di salvarsi.

 

Uno scandalo, scoppiato all’improvviso, rovina tutto. Emma Thompson ha tradito il marito malato. Potrebbe confessare, chiedere scusa pubblicamente ed essere assolta ma non vuole. Ancora una volta la salva Katherine, riesce a convincerla a parlare. E la confessione è così autentica, che lo show si salva: “Ho tradito mio marito una sera perché avevo paura e sono stata cosi male che non sono più riuscita a fare il mio lavoro serenamente. Pensavo non ve ne sareste accorti invece l’avete capito e avete smesso di seguirmi”.
Quel che succede nel film è un po’ quel che succede nel rap. Se ci sono schiere di artisti pronti a ripetere lo schema dei colleghi che li hanno preceduti, le canzoni diventano tutte un déjà vu e il pubblico se ne accorge e si stanca. Magari la canzone va al primo posto della classifica perché i ragazzi fanno cosi, esce una cosa nuova, vanno ad ascoltarla. Ma anche se rimane nella loro playlist non rimane nel loro cuore.

 

E l’unico modo per arrivare al successo, invece, è arrivare al cuore del pubblico. E l’unico modo per arrivarci è essere sinceri, raccontare qualcosa di nuovo, non copiare. A questo punto, però resta il quesito iniziale. Se un capo sta sbagliando tutto bisogna parlargli o lasciar perdere? Qui entrano in gioco due fattori, il coraggio e le idee.

 

Quando Katherine dice cosa non va nel programma, Emma Thompson chiede: “Hai alternative?”. E lei risponde “no”. E tutta la sua analisi va a farsi benedire.

 

Perciò, con il capo come con gli altri, se devi criticare, ma se non sai fare di meglio, stai zitto. Parla solo quando sei sicuro di avere qualcosa di meglio da proporre così finirai per diventare indispensabile per il tuo capo, anche con tutti i tuoi difetti, che magari sono proprio i punti di forza necessari per cambiare il sistema.

 

Anna Savini 

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