Una botta di c**o è sufficiente per diventare famosi?

Quanti sono gli artisti che hanno avuto un picco di hype e popolarità e poi sono caduti senza paracadute? Tralasciando altri generi musicali e senza andare troppo indietro nel tempo, in quest’ultimo anno a quanti è successo?

Una botta di culo non basta per garantirsi il successo e una carriera florida e duratura? Evidentemente no e neanche mosse accurate di marketing. Prendiamo come esempio Quentin40, non era forse THE NEXT BIG THING da Thoiry in poi? Era quello che avrebbe dovuto spaccare tutto. E poi un primo disco che non è andato benissimo, un tour mai iniziato perché vendeva abbastanza biglietti, eppure il ragazzo talento ne ha. Vanta anche collaborazioni importanti, l’ultima nel disco di Night Skinny. Ma è sempre così, o almeno spesso è così. Il successo deve arrivare lentamente e appoggiarsi su basi solide, non su mosse campate in aria e hype che si rivela aria fritta. Lo stesso Junior Cally, dopo essersi tolto la maschera, ha perso quell’aurea di hype che gli gravitava intorno. Ora dovrà inventarsi qualcosa di grosso per risalire e non tornare a essere uno dei tanti. Anche Drefgold è calato notevolmente, sembrava il nuovo Sfera Ebbasta, ma anche le sue basi a quanto pare non erano solide. Samuel Heron è un altro che dopo un disco flop può solo fare stories mentre cucina. Per non parlare di Young Signorino…

 

Ma quanti ce ne sono? Instagram li tiene in vita. Se non ci fossero i social sarebbero come Luca Dirisio che dopo Calma e Sangue Freddo è sparito, o Massimo Di Cataldo, o tutte le starlette degli anni ’90 che hanno avuto un enorme successo per un singolo o due e poi sono sparite, giusto per spostarci nel pop. I social sono ancora più veloci. Creano star e le distrigguno, perché ne arriva una nuova subito dopo e poi ancora e ancora. Tutti vogliono essere famosi. Vogliono fare musica per diventare famosi. COME FACCIO AD EMERGERE?

 

Una botta di culo è sufficiente?

Nel rap game non si può fare affidamento sulle botte di culo: o meglio, magari all’inizio una botta di culo può farti comodo, ma poi devi saperla mettere a frutto.

 

Bisogna pensare alla propria carriera musicale come a una maratona, anzi, a una lunga serie di maratone. Non serve correre i cento metri una volta sola e sperare di vincere per potersi fare un selfie con la medaglia d’oro, per poi scendere dal podio e lasciare il posto al campione successivo. La fama fine a se stessa è totalmente inutile. Ma è anche totalmente inutile fare un exploit pazzesco con un singolo. Pensiamo a Random e alla sua Chiasso, che dal nulla è arrivata al terzo posto in classifica Fimi. Ok, è passato da Tik Tok, poi ha fatto i numeri su Spotify, è finito nelle playlist editoriali e ora? È famoso? O per superare il successo di una canzone che ha avuto una botta di culo deve lavorare il triplo? 

Un conto è diventare famosi o avere numeri sui social, un altro è costruirsi una carriera e non restare una meteora. Il successo o la notorietà possono arrivare in un nanosecondo. Guarda Speranza, o Massimo Pericolo. Il problema è il dopo, perché dopo devi lavorare sodo per mantenere e aumentare quello che hai avuto. Una botta di culo fine a se stessa può aiutare, certo, ma non può bastare.

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