Che bella l’intervista di Daria Bignardi a Massimo Pericolo

Massimo Pericolo è stato ospite de L’Assedio condotto da Daria Bignardi. Per la prima volta in diretta tv, lui che appartiene a “una categoria di persone che la televisione la guarda e non la fa. Sono contento per le persone che penso di rappresentare con la musica che faccio. La gente sfortunata.” e non nasconde la sua agitazione “A essere sincero mi sto pisciando sotto proprio“.

Ha parlato di quest’ultimo anno e di come la sua vita sia cambiata. Ha spiegato quanto abbia contato il fatto di avere un talento e una passione per l’arte per poter uscire da una situazione difficile, di disagio e depressione. Ma ha anche raccontato la sua vita prima, durante e dopo l’arresto, il carcere e i domiciliari. Una bella intervista, senza filtri, esattamente come lo è la sua musica, nella quale Massimo Pericolo spiega anche il significato di alcune delle frasi che hanno reso celebre la sua breve discografia. 

 

 

 

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È molto ben curato anche il punto di vista e il modo in cui è stata fatta questa intervista. Le interviste di per sé non sono semplici, soprattutto quelle video e a maggior ragione quelle in diretta televisiva. Non è neanche facile prendere un rapper e portarlo in tv, ma soprattutto saperlo raccontare. Entrare nella sua vita, una vita difficile e anche giudicabile, e farlo uscire senza addossargli l’etichetta di fenomeno da circo spesso affibbiata al rap da parte dei media generalisti e televisivi, e soprattutto senza giudicare scelte, vita, testi, opinioni. Daria Bignardi è riuscita a dare una bellissima immagine di Massimo Pericolo senza in alcun modo snaturare la sua persona e trattandolo come un artista.

La giornalista cita il critico letterario Harold Bloom: “Quello che importa è la grande letteratura, non quella che raddrizza o che dice cose politicamente corrette. Gli artisti devono raccontare il mondo, non devono aggiustarlo“. E così 7 Miliardi non è più uno spauracchio, ma solo racconto e verità e Massimo Pericolo non è il fenomeno che piace ai ragazzini e che deve essere spiegato ai genitori, ma solo un artista.

 

Non ci sono giudizi o pregiudizi, neanche quando Massimo Pericolo parla della depressione di cui ha sofferto e dell’uso di psicofarmaci e droghe, c’è solo uno spazio di conversazione che viene riempito con naturalezza da una conduttrice esperta e un ragazzo incredulo di trovarsi lì. Lei prende spunto dai suoi testi, in particolare Sabbie d’oro, 7 Miliardi e Polo Nord per fargli domande, a volte difficili, ma lo lascia parlare, anche quando gli chiede perché lo hanno arrestato (per spaccio), perché lo faceva (per soldi), perché ne aveva bisogno (per vivere). Non lo ferma quando dice “sbirri” o “gabbio”, non fa l’avvocato del politicamente corretto quando lui spiega perché crede sia disumano chiudere persone per anni dietro alle sbarre di una cella, o tra le mura di casa propria. 

 

Sembra scontato ma non è lo è affatto, soprattutto in un contesto televisivo e con temi così delicati come la droga, lo spaccio, l’illegalità, il carcere, la depressione, visto che è più semplice aggredire, ironizzare o giudicare, basti pensare a Striscia la notizia e Rolls Royce di Achille Lauro, che parlare da un punto di vista culturale.

 

Vi consiglio di vedere l’intervista completa di Daria Bignardi a Massimo Pericolo che trovate a questo link.

 

 

 

 

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