Massimo Pericolo è il testimonial italiano di El Camino, il sequel di Breaking Bad

Se le serie fossero rapper per me Breaking Bad sarebbe Marracash – ha dichiarato Massimo  Pericolo citando il collega di cui ha più volte ribadito essere grande fan e come ben sappiamo lui ha cagato a casa di Marra – che è il mio rapper preferito. Purtroppo mi ricordo bene quando ho visto la prima puntata di questa serie, era l’una di notte, e alle sei di mattina del giorno dopo sono venuti a prendermi a casa per arrestarmi. Se parliamo del personaggio di Jesse Pinkman mi sento vicino per quanto riguarda la vendita, ma non per quanto riguarda il consumo. Io avevo proprio bisogno di soldi, mi sento molto più vicino a Walter White, e preferisco di gran lunga il paragone con lui“.

 

Netflix ha scelto Massimo Pericolo come testimonial italiano di El Camino, il seguito di Breaking Bad e chi meglio di lui avrebbe potuto ricoprire questo ruolo visto che il tema principale della pellicola è proprio lo spaccio?

La sua storia personale non è di certo un mistero ed è strettamente legata e meticolosamente raccontata nei testi delle sue canzoni. Un passato duro e tortuoso segnato da un’infanzia difficile, la depressione e una condanna a due anni per spaccio, scontata in parte in carcere e in parte agli arresti domiciliari, racconti che ritroviamo senza filtri nei suoi testi, non a caso il suo primo disco ufficiale si chiama Scialla Semper, che è anche il nome dell’inchiesta che nel 2014 lo portò dietro le sbarre. Ed è proprio senza filtri che Massimo Pericolo si racconta a Carlo Pastore durante l’evento di presentazione di El Camino, il nuovo film di casa Netflix.

 

 

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