Mike Lennon vince le elezioni delle Nazioni Unite di Via Padova

Mike Lennon è sicuramente uno dei nomi più particolari e originali della scena. Ha preso quelle che sono le sue origini asiatiche e con ironia e astuzia ha saputo renderle un punto di forza e un marchio di fabbrica. Questa volta è andato oltre. Per presentare il suo ultimo singolo, Via Padova, ha finto di candidarsi come presidente delle nazioni unite di Via Padova. Per chi non lo sapesse Via Padova è una via di Milano che arriva in Piazzale Loreto, una zona realmente multietnica e spesso non facile per chi ci vive, ma è anche la via dove abita Mike Lennon. E qui sta il suo lato geniale: aggiungere a un qualcosa di divertente e ironico come può essere una finta campagna elettorale a un tema reale e importante come la multietnicità e la convivenza tra persone di diversi paesi e culture.

 

 

 

 

Mike, infatti, ha deciso di candidarsi come presidente delle elezioni improbabili per le Nazione Unite di Viale Padova, stato fondato da lui stesso. Come ogni politico che si rispetti, ha istituito anche una campagna elettorale che lo ha portato alla vittoria, promettendo, tra le diverse questioni, anche quella di trasformare Via Padova in Viale Padova, grazie all’inserimento degli alberi ai lati della strada. Il suo partito, NUVP, ha il simbolo della Margherita in un pugno, simbolo di pace, unione, multietnicità, uguaglianza ed ecologia. Ovviamente la sua campagna elettorale e il suo partito hanno anche un inno nazionale: Viale Padova, brano prodotto da Renzo Stone e scritto da Mike Lennon.

 

Ancora una volta l’artista gioca sugli stereotipi dell’asiatico percepito normalmente dalla comunità occidentale, rendendo quello che da piccolo era per lui motivo di derisione un aspetto chiave del suo progetto sia a livello visivo che sonoro. Un tentativo il suo, ormai consolidato dai media e dalla community in rete “ASIAN RAP” di conciliare le due anime di Mike, quella orientale e quella occidentale, con lo scopo di avvicinare due comunità oggi più che mai vicine e contaminate una dall’altra e di accendere una luce su quella asiatica in Italia, non ancora rappresentata nel campo dei media e dell’arte nel nostro paese.

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