Il concerto di Achille Lauro è come un circo, sempre in bilico tra eccessi e follia

La dimensione live è fondamentale, deve essere uno show in grado di catturare, divertire, emozionare e di far tornare a casa il pubblico con un valore aggiunto, un’esperienza che ha lasciato il segno. Lo sanno bene Achille Lauro e Boss Doms che fin dai loro primi concerti, anche con scenografie decisamente più modeste e palchi più piccoli, hanno sempre lavorato per fare del live una dimensione migliorata e diversa rispetto al disco. E in effetti chi va a un concerto non va per sentirsi il disco, ma per avere un qualcosa in più. E grazie a Dio c’è ancora chi in Italia sa dare e fare spettacolo.

Al Fabrique di Milano non è mancato niente, Achille Lauro che a tratti sembrava il nuovo David Bowie e a tratti una versione 2.0 di Renato Zero, si è districato tra il rock, il punk, la samba trap, il futurismo di pezzi come Angelo Blu, e la dance grounge anni ’90. Un artista in grado di viaggiare nel tempo, di esplorare e sperimentare. C’era quell’atmosfera un po’ da circo in bilico tra l’eccesso e il grottesco, quasi sull’orlo di un precipizio come l’incedere a volte incerto sui trampoli indossati da Lauro e Boss Doms, la band che in qualche momento si è persa, ma sono proprio queste sbavature, questi eccessi e decadenze, quelle urla fuori tempo e stonate di Achille Lauro che fanno di lui la più grande star degli ultimi anni.

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Perché è proprio grazie a queste imperfezioni, a tratti impercettibili, e al suo fare strafottente misto a una gentilezza d’altri tempi che rendono la sua musica unica e i suoi spettacoli delle vere e proprie feste. Una festa a cui hanno partecipato persone completamente diverse tra loro, ragazzini, amanti della trap, del rap, del rock, 50enni ben vestiti, colleghi di ogni genere musicale e personaggi televisivi. In meno di anno Achille Lauro è riuscito ad unire l’Italia, perché la sua musica e la sua stravaganza sono per tutti. E come a ogni festa che si rispetti non può mancare il momento di euforia generale, telefonini spenti, ragazzi a torso nudo e reggiseni che volavano. Ma non sono mancati neanche gli ospiti, da Morgan, a Madman, Gemitaiz, Quentin40…. Una festa in grande stile, a tratti decadente, sicuramente emozionante e sempre in bilico tra genio e follia, così come sono i suoi protagonisti.

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[Foto Daniele Cambria]

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