È tutto fake

Dai Vale, scrivi, scrivi, scrivi. Ogni giorno mi sveglio e penso a cosa scrivere, poi ci sono le news, le uscite, quelle che cose che devi pubblicare per forza, perché vuoi fare informazione e non puoi di certo non dire che è uscito un singolo o che un artista ha annunciato un disco, no? E allora lo scrivo. Ma non è quello che mi piace scrivere, a me piace andare a fondo, scavare e ho sempre quella cosa che tengo lì in un cassetto nella mia testa e mi dico sì prima o poi la scrivo. Del resto sono tanti anni che frequento il rap, tra interviste, conferenze stampa, eventi, chiacchierate non ufficiali, backstage, concerti ne ho viste di tutti i colori, potrei quasi scrivere un libro e un giorno lo farò: I SEGRETI DEL RAP GAME. Ma oggi voglio raccontarvi di come sia tutto FAKE.

 

Sì sono fake i numeri che vediamo, quei numeri che gli artisti millantano sui social, sono frutto di accordi, di spinte, di acquisti. Quanto vale un disco d’oro? Poco niente e quando vi vedo vantarvene rido e non sono la sola a farlo. Gente che passerebbe anche sopra al cadavere di sua madre per due spicci. Oggi si comprano gli streaming, ieri i dischi. Artisti e etichette discografiche andavano a comprarsi i dischi, scatoloni di dischi e poi li mandavano in qualche discarica. Si comprano o si regalano i biglietti dei concerti. Ci sono artisti, non solo rap, che regalano i biglietti del proprio concerto davanti alle scuole o li vendono fuori dai circuiti a pochi euro per fare sold out.

 

Vi vedo ringraziare Spotify per la promo in homepage ma rido, perché quella promo l’avete pagata, così come l’inserimento in quella determinata playlist. Artisti esclusi dalle playlist  editoriali di Spotify Italia perché vanno in radio e in televisione e Spotify sta facendo guerra a quel sistema lì. Perché non lo dite? Perché non dite a un ragazzino che vuole fare rap che deve pagare? Che voi stessi siete diventati quel sistema che odiavate e criticavate.

 

L’ho sempre detto: niente è come sembra. I gioielli che molti esibiscono sono prestati o noleggiati, ma nessuno lo dice e nessuno dice anche che avete un lato umano, più di quanto si possa immaginare. Ho visto persone commuoversi durante un’intervista, avere paura di salire sul palco, scendere dal palco e acchiappare la prima canna libera in backstage, chiedere a tutti “come sono andato? È andata bene?” Ho visto artisti ripassare il testo della canzone che dovevano cantare di lì a poco, così come noi ripassavamo la lezione di storia prima di un’interrogazione. Li ho visti preoccupati e incerti del loro futuro, ma anche tremendamente arroganti, impacciati, inconsapevoli, educati, menefreghisti. È un mondo fittizio, quello che appare, quello che vediamo o che vogliono farci vedere, raramente corrisponde a realtà.

 

Lascia un commento