La pagella delle uscite settimanali

È stata una settimana complessa dal punto di vista delle uscite musicali: tanta musica decisamente buona.

 

9 a Re Mida (Aurum) e Re Mida (Piano Solo) di Lazza. Due progetti che vanno a chiudere in modo perfetto il cerchio apertosi con Re Mida. Da una parte abbiamo la capacità di Lazza nella scrittura e nel suo saper alternare profondità e con pezzi più arroganti e “cazzuti”, e dall’altra l’accompagnamento con il pianoforte che porta il rap di Lazza su un altro livello.

 

 

 

 

8 a Yin di Highsnob. Un ep arrivato un po’ all’improvviso che mostra una maturazione artistica e stilistica di Mike. Sei tracce che proseguono il filone narrativo dell’artista raccontando con intimità le sue esperienze vissute. Lo Yin infatti rappresenta per il taoismo la “parte in ombra della collina”, una parte scura, malinconica ma non necesseriamente triste ed è per Mike il concetto chiave del progetto: lo yin non esclude del tutto la parte al sole (yang), esse sono complementari, una non può esistere senza l’altra e nell’insieme ciclico che le rappresenta le fasi si alternano.
La scelta delle sonorità è frutto dell’interpretazione degli stati d’animo del rapper da parte di Andry the Hitmaker, che ha saputo veicolare al meglio le linee melodiche ancora prima di creare i beat.

 

 

 

 

9 a La promessa dell’anno di Madame. Un pezzo forte e carico di intensità sia per quanto riguarda le immagini che per quanto riguarda l’uso delle parole. Un pezzo pieno di vaffanculo, posati, ponderati e che arrivano dal cuore. Tra la forza e la dolcezza che caratterizzano la lirica di Madame, questa volta troviamo molta forza, ma anche tanti episodi di vita passata e immagini di vita futura, che si mischiano tra loro in uno stato di consapevolezza mista a voglia di combattere. La promessa dell’anno rivela un altro lato di Madame e il suo essere una fuoriclasse, non una promessa.

 

 

 

 

7 a Oblò di Bresh e Rkomi. Un pezzo dall’anima malinconica e profonda, dove pensieri, ricordi, emozioni si susseguono in un flusso continuo e cambiano così come cambia il mood dei due protagonisti che sono in perfetta sintonia tra loro.

 

 

 

 

7 a Non sto più in zona di Shiva e Pyrex. È un viaggio interessante, che parte dalla solita tematica del quartiere o della zona, ma che viene affrontata con una certa malinconia, ovvero la consapevolezza di appartenere a un luogo, ma di veder cambiare le persone attorno a causa del successo ottenuto con la musica che fa guardare soldi ma perdere amici. Shiva è in perfetta forma e Pyrex si inserisce benissimo nel brano e nel mood che affronta una tematica a lui molto cara e già trattata in Cambiare Adesso della DPG, l’unica pecca è forse la lunghezza del ritornello che suona in modo ridondante.

 

 

 

 

8 a Los Angeles dei The Kolors e Guè Pequeno. È un ritorno visivo, sonoro ed emotivo allo splendore degli anni ’80 e l’unione di due universi canori che non si erano finora mai incontrati. Guè ama sperimentare e entrare in territori nuovi e nel mondo dei The Kolors è entrato bene, con una parte quasi cantata e una rappata. Los Angeles è un nuovo modo di guardare al pop e all’unione di generi musicali decisamente interessante. L’unica nota un po’ stonata, ma che comunque fa parte di Guè, è il G U E che spezza il ritornello dall’inizio della sua strofa.

 

 

 

 

8 a Harem di Axos, Side Baby e Don Joe. Come suggerito dal titolo, Don Joe ha creato un tappeto sonoro dai forti richiami arabeggianti, un immaginario finora poco esplorato e contaminato che porta i due artisti che si susseguono sul beat ad un approccio nuovo e decisamente interessante. Axos è un fuoriclasse e anche in questo caso l’ha dimostrato, mentre Side Baby ha avuto una crescita molto interessante negli ultimi ed è migliorato parecchio, il risultato è un singolo di alto livello sonoro e stilistico.

 

 

 

 

5 a Tonica di Beba. È un brano che si potrebbe sentire in un club e che allo stesso tempo cela un messaggio positivo, rivolto alle ragazze: curare il proprio corpo come un tempio, come un’arma per sentirsi più forti e libere e le invita a prendersi cura di se stesse per trovare la forza e la tenacia necessarie per emergere. Il messaggio è decisamente buono, ma è il resto che non convince. Nell’intro Beba sembra avere la voce di un cartone animato e il ritornello è un po’ stupido e cantilenante: “Da quando faccio gym sono tonica 
non mischio più sto gin con la tonica”. Sembra più un pezzo di Chadia Rodriguez che di Beba.

 

 

 

 

5 a Mangiauomini di Chadia Rodriguez. Sembra un testo di Drefgold con la voce macchinosa e artefatta di Chadia Rodriguez. Tra autocelebrazione ed empowerment femminile, il brano è stato annunciato attraverso una scommessa su Tik Tok, come se fosse un breve spoiler che ha dato vita a una challenge che consisterà nel far duettare le fan con Chadia attarverso la funzione duetto: ogni sabato, Chadia sceglierà il video più bello e pubblicherà come post il duetto con la fan su Instagram e su Tik Tok, magari troveremo una fan che sa cantare meglio di Chadia, anche se ci vuole poco. 

 

 

 

 

8 a Yacht di Geolier e Luchè. È un pezzo decisamente forte, che arriva come una mana direttamente dai quartieri periferici di Napoli che continua a sfornare talenti a ripetizione. Prosegue il filone aperto da Narcos e apre le porte al primo disco ufficiale di Geolier che anche in Mattoni di Night Skinny ha dato prova delle sue capacità. Luchè va a dare un valore aggiunto e si discosta dal mood introspettivo che ha accompagnato gli ultimi suoi singoli, regalandoci un rap più crudo.

 

 

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