Messaggio del giorno: non fare il gangster di internet

A scrivere il messaggio del giorno è stato Meek Mill via Twitter riferendosi a 69.

Qui si apre davvero un bel ragionamento. Che i rapper americani fossero affiliati a gang criminali e vivessero nell’illegalità non è di certo una novità, e non ci voleva 6ix9ine per dirlo. Se la storia dell’hip hop è storicamente legata a quella delle gang criminali statunitensi, questa però è la prima volta che un artista di così alto profilo collabora con la giustizia facendo nomi e attribuendo colpe, facendo l’infame in poche parole.

Cos’è cambiato?

Tutto. 69 ha ammesso di aver cercato una gang a cui affiliarsi per avere una street credibility sui social che potesse aiutarlo nella sua carriera artistica. E così ha fatto. Hernandez, infatti, dopo aver provato a fare l’influencer, iniziò a usare i social per esibire uno stile di vita violento e da gangster, che all’apparenza poteva ricordare quello di grandi nomi come Tupac o Notorious B.I.G., ma che in realtà era molto diverso e neanche lontanamente paragonabile. In quei casi, infatti, i rapper vivevano in un contesto violento e povero e assolutamente reale, che si sono portati dietro anche dopo aver raggiunto il successo. Erano veri. Non finti gangster costruiti per essere credibili.

Nel caso di 69 e di molti altri suoi coetanei invece, le frequentazioni gangsta sono state un tentativo posticcio e studiato per ottenere la street credibility necessaria che potesse fare da congiunzione tra la loro vita reale e la loro musica.

È stato tutto studiato a tavolino.

In poco tempo 6ix9ine finì nel giro di una gang criminale, mettendosi nelle mani di un membro dei Nine Trey Gangsta Bloods che scelse come manager, pagandolo in cambio di protezione e reputazione. Il suo stile cambiò, si fece molti nemici e finì in mezzo ad alcune rapine e sparatorie che lo fecero finire in tribunale. Durante il processo, Hernandez accettò di collaborare con la giustizia, il resto è storia recente.

6ix9ine potrebbe entrare nel programma testimoni e dovrebbe cambiare aspetto per rendersi irriconoscibile visto che con il suo comportamento ha attirato (ovviamente) minacce di morte, prese in giro e dure critiche dalla comunità hip hop.

Perché?

In primo luogo perché la legge di strada non sopporta gli snitch. Poi perché si è costruito una vita scritta e studiata a tavolino solo per far carriera nel mondo della musica hip hop e infine perché ora potrebbe essere messo in dubbio tutto quello che viene detto nei testi hip hop. Se prima si poteva dire che era frutto di immaginazione e processo creativo, ora 69 quantomeno la pulce nell’orecchio alle forze dell’ordine l’ha messa.

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