Cos’è successo a Cromo?

Ho sempre apprezzato Cromo perché ha tecnica, chi ha tecnica mi colpisce sempre e penso che se alla base un artista ha tecnica può fare qualsiasi cosa. La prima volta che l’ho sentito è stato circa due anni fa, apriva il concerto di Vegas Jones ai Magazzini Generali di Milano. Sono rimasta colpita nel vedere un artista emergente aprire un live e il pubblico cantare insieme a lui Cromito Loco. Ho iniziato a seguirlo, vedevo capacità nel rappare, e un’attitudine nel creare slogan. Forse seguiva un po’ la scia di Vegas Jones: strofe rappate e ritornelli cantati. Il suo primo disco però è stato poco entusiasmante, un mezzo flop. Forse non è stato gestito bene, forse si è spinto in terreni non suoi, forse ha sperimentato troppo. Sta di fatto che nuovi artisti oggigiorno compaiono come le lumache dopo un giorno di pioggia. È difficile mantenere l’hype intorno al proprio nome se non si ha un management ben strutturato e capace in tal senso. 

I singoli successivi di Cromo, infatti, sono passati quasi in sordina. Ed è un peccato, perché il ragazzo è bravo, ma evidentemente non basta. Il talento, la tecnica non sono sufficienti. Oggi ha pubblicato il suo nuovo singolo Ti Piace, ascoltandolo sembra un mix tra Speranza, Massimo Pericolo, Nicola Siciliano con una punta di Taxi B.

 

 

 

 

La prima impressione è che Cromo abbia deciso di seguire quella wave che oggi sta andando molto bene. Avendo dalla sua parte la tecnica può ovviamente permettersi si giocare con stili diversi, sperimentare anche attitudini più urlate e incazzose. Forse Cromo, prima di Cromito Loco era già così, forse chi lo gestiva gli ha consigliato di seguire un’altra attitudine, che purtroppo non ha dato i risultati sperati. O forse oggi, non sapendo che pesci prendere, ha provato anche questa carta. Difficile dirlo. Il singolo di fatto è buono, ma ha quel sapore di già sentito. Forse a Cromo manca un’identità artistica forte che lo renda riconoscibile a tutti gli effetti.

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