La pagella delle uscite settimanali

Dopo una breve pausa di qualche settimana che ci ha permesso di assaporare tutta la musica uscita nei mesi scorsi, siamo tornati nel pieno delle uscite musicali.

 

7 a Libertà di Rocco Hunt. Un ritorno discreto alla musica urban per Rocco, con un lavoro inedito intriso di riconoscibile napoletan-italianità unita a suoni freschi che escono da netti confini di genere. Emblematiche in questo senso sono anche le collaborazioni che spaziano tra generi diversi, perché Libertà, in fondo, è proprio questo: l’andare oltre i limiti e anche certi pregiudizi. Così, Rocco ha chiamato a raccolta tanti colleghi, da J-Ax ad Achille Lauro, dai Boomdabash a Neffa, Clementino, Gemitaiz, Speranza, Nicola Siciliano, Geolier. Novità e tradizione si legano in un disco che segna la fine dell’estate, ma che guarda al futuro, tanto che lo stesso Rocco Hunt l’ha definito il suo primo disco: “Sembra strano a dirsi, ma questo disco, che è il mio quarto, è come se il primo vero album. È una vera ripartenza“.

 

 

 

 

7 a Non ci sto di Shablo feat. Marracash e Carl Brave. Molto interessante sentire Marra e Carl Brave insieme per la prima volta. Due mondi apparentemente distanti, che però hanno più punti in comune di quanto si pensi, sia a livello di scrittura che di approccio. Le voci dei due artisti suonano molto bene insieme, sembra quasi che Marra abbia voluto esplorare a livello vocale il mondo di Carl Brave. Il risultato è agrodolce, una combinazione quasi perfetta.

 

 

 

 

8 a Barrio di Mahmood. Mahmood è davvero bravo. Non era facile tirare fuori un singolo dopo l’enorme successo del precedente, ma lui sa essere unico in tutto. Dalla base, creata ad hoc da Charlie Charles, Dardust e Davide Petrella, al testo e al flow. Barrio, come Soldi del resto, ha un bel significato, ma al tempo stesso riesce a suonare leggero.

 

 

 

 

8 a Tutti con me di Junior Cally.  Un pezzo urlato, come un grido, con versi diretti che non risparmiano niente e nessuno prendendo di mira ipocrisie e chiacchiere: Junior Cally riflette sulla fama, che dà la parvenza di avere tutti intorno, rivendica la propria identità ma, nello stesso tempo, ironizza sull’uso della maschera con cui si è presentato al pubblico e che è finita al centro di discussioni, giudizi e varie ipotesi fatte sulla sua vera identità.

 

 

 

 

7 a Tinta di Greta Menchi. Un bel pezzo, fresco, un mix tra anni ’60 e le Lollipop trasportato nel 2019. Greta Menchi è davvero una bella scoperta e credo che Tinta possa seguire perfettamente l’exploit di Fuori di me.

 

 

 

 

7 a La tua futura ex moglie di Willie Peyote. Non è né rap, né trap, né pop. Willie Peyote ha uno stile unico e ben riconoscibile, capace di mettere d’accordo gli amanti del rap e quelli del pop. Riesce ad uscire dai cliché di genere con la sua ironia e la capacità di dire quello che vuole senza filtri, in modo schietto e divertente. È  un artista che denuncia sì tutto ciò che gli pare, ma lo fa con estremo acume e intelligenza.

 

 

 

 

7 a Pookie di Aya Nakamura feat Capo Plaza. Capo Plaza è stato scelto da AYA NAKAMURA, l’artista francese più ascoltata al mondo, per un nuovo progetto insieme. Il brano è un afropop bilingue che combina la scintillante voce francese di Nakamura con il caratteristico flow di Capo Plaza. I due artisti, seppur con lingue differenti hanno dato vita a un bel pezzo, ritmato, molto interessante dal punto di vista sonoro e vocale, dove i loro rispettivi flow si amalgamano molto bene.

 

 

 

 

7 e 1/2 a Roma ’90 di Yanky e Kiddy.  Questi due ragazzi sono davvero bravi, nonostante la loro giovanissima età. Hanno stile, flow, capacità e riescono a portare contenuti, inerenti ovviamente alle loro origini e alla loro età, in modo originale e mai banale. Ottima anche la produzione di Dogslife e Master Code.

 

 

 

 

Menzione speciale per Babushka Boi di A$AP Rocky. 

 

 

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