Salmo e la disavventura con la hostess

Viaggiare, si sa, non sempre è un piacere, anzi a volte è una tortura e una disavventura continua. Lo sanno bene i tantissimi pendolari che ogni giorno prendono treni sempre più disagiati e sempre più in ritardo, ma anche gli arei spesso e volentieri non sono da meno. Se a questo ci aggiungiamo la stanchezza, le toccate e fuga da un posto all’altro, il caldo e la sedia a rotelle, possiamo in parte capire lo sfogo di Salmo, che oggi ha pubblicamente denigrato il lavoro di una hostes (con una s, così come ha scritto lui, prima di correggersi).

Una vera e propria disavventura quella di Salmo, che sicuramente fa riflettere da due punti di vista. Il servizio spesso scadente anche davanti a impedimenti fisici che è doveroso segnalare a compagnie che comunque si fanno pagare e l’aspetto educativo. Salmo, che vanta un seguito pari a quasi due milioni di followers ha fatto nome e cognome della hostess, o cameriera di volo. Questo, seppur potesse avere tutte le ragioni del mondo e anche le palle girate, ha causato di fatto la solita gogna mediatica tipica dei social network. Ecco, fare nome e cognome in pubblico della hostess è stata un po’ una caduta di stile, così come il liquidare il suo lavoro con “cameriera di volo”. Ok, è il suo lavoro, come avrebbe dovuto chiamarla? Ma è il modo che sa tanto di classista. Ecco, stiamo parlando di rap, delle famose lotte sociali dal quale è nato, stiamo parlando di un artista che si è apertamente schierato contro Salvini e che poi usa il termine “cameriera di volo” in tono che sa di classista. È sempre bene denunciare disavventure e disservizi, ma c’è modo e modo, e non sempre Instagram è il modo giusto.

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