Il Jova Beach Party segna l’inizio di un nuovo trend

È partito il 6 luglio da Lignano Sabbiadoro il Jova Beach Party, un evento grandissimo e unico nel suo genere, nonché innovativo visto che è la prima volta che un artista italiano organizza e firma un festival di tale portata. Sicuramente un esperimento che avrà un seguito e che potrà iniziare il trend, molto in voga negli USA, che vede artisti firmare e organizzare Festival. Il Jova Beach Party è decisamente un buon inizio, ma, come tutte le cose nuove, ha bisogno di essere perfezionato e rodato. In fondo quella di Lignano Sabbiadoro era solo la prima di una lunga serie di tappe e ha riscontrato alcuni disservizi. Nello specifico i problemi riguardavano il cibo (poco) e i Token, ovvero i gettoni che servono ad acquistare all’interno dell’area e che non sono rimborsabili. Udine Today e Il Messaggero Veneto avevano segnalato come alcuni fan del cantante si fossero lamentati di questi problemi sui social, riportando alcune voci critiche nei confronti di file lunghissime e prodotti terminati già alle 20.00.

Pronta è stata la risposta dell’organizzazione del Jova Beach Party: “Lignano Sabbiadoro ha risposto meravigliosamente. In termini di viabilità e di traffico, tutto si è svolto nella più assoluta normalità e l’entrata e il deflusso è stato veloce e ordinato. Anche dal punto di vista della balneazione, tutti coloro che hanno desiderato fare un bagno hanno potuto immergersi in acqua nella massima sicurezza garantita dall’organizzazione e dalle autorità competenti. Ci sono state purtroppo lunghe code alle casse dei Token e per il food and beverage, la cui richiesta è stata evidentemente sottostimata. Trident si scusa per i disagi e sta già provvedendo a incrementare le casse per il cambio dei token e i punti di ristoro“.

In seguito sono arrivate anche le parole di Jovanotti.

 

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Sto guardando un po’ di vostre foto dove avete taggato #jovabeachparty o il mio account @lorenzojova e davvero non penso di aver mai visto una cosa del genere. Abbiamo iniziato insieme un viaggio vero dove ognuno che partecipa porta una parte di se e va via con un parte di tutti, e quando succede questo credetemi vuol dire che siamo in zona “figata massima”. Ho chiesto a chi organizza le cose logistiche di migliorare già a Rimini le cose che non hanno funzionato (troppe file ai bagni e ai truckfood e cibo e drink esauriti troppo presto e altre cose da sistemare). La parte del recupero plastica e rifiuti invece ha funzionato grazie alle forze coinvolte e ai ai volontari ma soprattutto grazie a voi, a tutti quelli che davvero hanno visssuto lo spirito della festa nel modo in cui ci siamo detti da mesi. Quando si dice che gli italiani sono “menefreghisti” io rispondo “parla per te!” perché io ho tutta un’altra versione dei fatti, e questa generalizzazione è sbagliata e pericolosa. Questo viaggio finirà a fine agosto e ogni volta dobbiamo vincere la sfida di lasciare la spiaggia meglio di come l’abbiamo trovata. A Lignano l’abbiamo vinta insieme. Oggi mi mandano qualche foto. #jovabeachparty (ph by @leandroemede ) ( la pulizia e la cura della spiaggia durante e dopo #JBP è grazie a @corona @ericasoccoop @coopjbp ) ????

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Il Jova Beach Party pare avere tutte le carte in regola per diventare un evento che resterà nella storia della musica italiana e che potrà fare da apripista per tanti artisti che vorrano firmare un proprio festival. Un assaggio l’abbiamo già avuto con l’Open Sea Republic di Salmo, anche se a firmare l’evento è stato Red Bull, ma comunque sembra che qualcosa di grosso si stia muovendo anche a livello di artisti che organizzano e firmano eventi.

 

 

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