Salmo spiega perché ha detto no a X Factor

Durante un’intervista rilasciata a Vanity Fair, Salmo ha finalmente spiegato perché ha detto di no a X Factor. Probabilmente, viste le polemiche del pubblico del rap quando era trapelato il suo nome come possibile giudice sel talent e viste soprattutto le sue numerose dichiarazioni fatte nel corso degli anni, ha preferito restare coerente, onde evitare un linciaggio pubblico e perdere fan, e rinunciare a un bel gruzzoletto. 

 

Queste le parole di Salmo:

Pensavo di smettere di fare musica per un po’ e invece non è stato possibile. È una cazzata quando dicono ‘ah smetto di fare musica’. Non si riesce mai a comandare l’ispirazione. L’unica cosa che mi interessa è sempre la musica che metto davanti a tutti, a qualsiasi cosa, anche ai soldi che ad esempio mi ha offerto X Factor. Quindi se devo fare musica, devo rinunciare a delle cose che mi portano visibilità. Dipende anche fino a dove vuoi arrivare. Quando diventi popolare non ti poni un limite, vuoi tutto quello che ti arriva. E sbagli, perché devi sapere dove vuoi arrivare. Per me, in questo preciso momento, andare a X Factor sarebbe stato scavarmi la fossa da solo e mettermi in salvo. Come fossi stato a fine carriera“.

 

Ok, 90 minuti di APPLAUSI. Si è salvato in zona Cesarini. Nel corso dell’intervista, Salmo ha parlato anche dell’importanza del live, del quale lui è sicuramente un fuoriclasse.Una cosa è certa se sei bravo dal vivo hai vita eterna, non morirai mai. Un esempio? Prendete Vasco Rossi oggi. Magari pubblica un inedito che va forte in classifica la prima settimana poi sparisce. Invece quando fa i live è mondiale! Quando si parla di Vasco si parla, giustamente, della sua fortissima dimensione live”.

 

Interessante è anche l’analisi che Salmo ha fatto sull’evoluzione della musica a cui stiamo assistendo e sulla moda della trap italiana.L’evoluzione artistica è così rapida che fra un paio di mesi cambierà tutto. Anzi sta già cambiando. Non è neanche difficile capire che cosa potrebbe succedere, se si considera lo scarto di vent’anni nel mondo musicale. Tutto si rigenera. Quindi la gente oggi, quasi nel 2020, andrà a pescare robe del 2000. Il punk e il rock saranno nuovamente masticati e sputati fuori. Già ora si intravede qualcosa in tal senso…. La trap è solo un modo molto semplice di far musica. Con la trap si fanno hit per vincere facile. È una cosa preconfezionata, alla portata di tutti. Facile da fare. Perché un ragazzo dovrebbe imparare a suonare uno strumento, se si possono usare campionamenti al pc? Perché studiare canto, se si usa l’autotune? Personalmente poi preferisco la trap americana perché vera, viene da una realtà difficile del ghetto, dello spaccio. La trap italiana invece è solo birra diluita nell’acqua e spesso sono i figli di papà a farla”.

 

Ok, ora tutti i dubbi sembrano aver trovato una risposta, ma Machete Crew è caduta nel limbo social hype. I profili di Dani Faiv, Lazza, Nitro, Hell Raton, Slait e Jack The Smoker sono infatti invasi da quattro nuovi post completamente bianchi. 

 

https://www.instagram.com/p/BzD0I7rB1LZ/?igshid=1uixidzi6yidf

 

Che sia per caso un modo per comunicarci l’arrivo di un Machete Mixtape vol 4? (Domanda retorica).

I 90 minuti di APPLAUSI a questo punto vanno sicuramente e di diritto al commento di Guè Pequeno.

 

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