Gué Pequeno: “Capo Plaza è multiplatino ma mia mamma non lo conosce”

È stata una grande settimana per Gué Pequeno. Ieri è andato in onda su Rai2 il suo concerto al Forum di Milano, oggi è uscito Gelida Estate Ep e l’intervista rilasciata a Vanity Fair nel numero in edicola continua a regalare perle.

Gué infatti ha parlato anche della trap e dei suoi esponenti di spicco: Sfera Ebbasta e Capo Plaza e dalle sue parole si possono capire molte delle sue recenti scelte.

 

Io purtroppo non sono in grado di competere con i numeri che fanno gli artisti amati dai teen ager: Capo Plaza è cinque volte disco di platino, ma mia madre non lo ha mai sentito nominare.
Da cosa dovrebbero essere attirati gli adolescenti? Da Tiziano Ferro e Eros Ramazzotti? O da Sfera Ebbasta che è tutto colorato? È grazie ai ragazzini se ormai nei testi delle canzoni viene accettato il fatto che si parli anche di droga, donne e denaro. Quando però a farlo eravamo noi, con i Club Dogo, venivamo criticati duramente. Ora invece mi fanno tenere i bambini in braccio e si complimentano. Se i ragazzini sentono musica che magari per loro non va bene il problema è dei loro genitori, non certo mio“.

 

Qui si spiega, non solo il fatto che molti trapper odierni siano di fatto eredi dei Dogo, ma anche la scelta di Gué di andare nell’etichetta di Sfera, nonché quella di scegliere Capo Plaza per la hit Trap Phone. Fondamentalmente Gué Pequeno, insieme anche ai Club Dogo, ha messo le basi per quella che è la musica di oggi, ha lanciato tendenze e mode, creato una corrente, ma ad oggi i numeri parlano e quelli di Sfera Ebbasta ma anche di Capo Plaza sono logorroici. 

Se vuoi vendere, se vuoi esserci, restare sulla cresta dell’onda, devi furbamente assecondare i nuovi miti, metterli sotto la tua ala e renderli tutti figli tuoi.

 

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