La censura nella musica

Ieri ho acceso la televisione e su Rai1 si parlava di censura nella musica. Ovviamente il tema della discussione ci riportava negli anni ’60, all’epoca infatti esisteva solo la radio Rai e la Rai, un cantante per far conoscere le proprie canzoni al pubblico doveva essere per forza di cose passato in radio o invitato in tv. Le canzoni dovevano essere scritte in un determinato modo e se qualcosa non andava bene l’artista in questione doveva apportare modifiche se voleva appunto essere passato in radio. La stessa Piccolo grande amore di Baglioni, un classico della tradizione italiana, era stata oggetto di censura, stessa sorte era capitata a C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones di Gianni Morandi, e a molte altre. Canzoni che non hanno niente di censurabile, che sulla carta sono perfette per chiunque, eppure all’epoca non era tutto così semplice. Lo stesso Vasco Rossi per partecipare al Festival di Sanremo era stato censurato e qui lo possiamo anche capire visto che cantava Vita Spericolata e nell’83 sulla Rai non era di certo il massimo anche se lui andava “al massimo”. La censura era molto presente e fondamentalmente era lei a comandare, o un artista cambiava la parte del testo in questione, o non veniva passato in radio e in televisione, era quindi ovvio che tutti si piegavano al volere dei dirigenti Rai. Le cose hanno iniziato a cambiare con l’avvento delle radio private che passavano chi volevano.

Pensando alla censura non possiamo non pensare a Fabri Fibra che sicuramente è stato il rapper più censurato in Italia. Un esempio è la rima su Laura Chiatti “Laura Chiatti me la voleva dare ma io dovevo lavorare…” diventata “Laura Chi…” eccetera eccetera.

Si è tornato a parlare di censura in questi ultimi mesi dapprima dopo la tragedia di Corinaldo e la gogna mediatica a cui sono stati sottoposti  Sfera Ebbasta e i suoi testi e in seguito con Rolls Royce di Achille Lauro. Si può pensare a censurare oggi? Ieri in studio su Rai1 c’era Tony Santagata che, per chi non lo sapesse è l’autore di Quant’è bello lu primm’ammore, canzone censurata negli anni 70. Bene, lui a proposito di censura, ha detto “un artista non andrebbe mai censurato. Mai e poi mai“. Nessuna censura quindi, sia che si tratti di Sfera Ebbasta, di Claudio Baglioni, di Achille Lauro o di chiunque altro.

Sarebbe comunque stato interessante in un mondo parallelo e fantascientifico vedere come se la sarebbe cavata il rap con i suoi testi negli anni ’60 e ’70.

 

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