Ragazzi Fuori è l’anima di Jack Out

Conosco Jack Out da parecchi mesi e se c’è una cosa che mi ha colpita di lui fin dal primo momento è la sua spontaneità. Verità, spontaneità, follia e libertà sono le caratteristiche della sua persona che si ritrovano tutte nella sua musica. Ecco, in questo senso, Ragazzi Fuori, il suo primo disco è un disco vero, pulito, fresco, spontaneo, libero da etichette e folle, o fuori, è esattamente come lui. È un disco che colpisce, che racchiude le mille sfaccettature di Jack Out e la sua visione dell’arte, non è fatto seguendo le mode o assecondandole, ha un’anima, l’anima di chi lo ha creato e per questo arriva all’anima di chi lo ascolta ed è fatto per restare.

 

 

Quanto ti piace cambiare e sperimentare?

 

“Cambiare e sperimentare per me è soprattutto un modo per divertirmi, quindi mi piace decisamente!”

 

Ragazzi Fuori è un disco molto variegato anche a livello di suoni, come hai lavorato da quel punto di vista?

 

“A livello di suoni il disco passa dal rap low-fi al grunge anni ’90, è stato lavorato più per sensazioni che per doverlo definire”.

 

Ti hanno definito happy trap, emo rap e trap, tu come ti definisci?

 

“Boh, mi definirei un artista, un musicista perché posso fare qualunque tipo di cosa a livello musicale, dal cantautorato al rock, all’emo trap, all’emo rap, alla fine sono solo varie sfaccettature della stessa cosa”.

 

Se dovessi presentare Ragazzi Fuori con una sola traccia quale sceglieresti e perché?

 

“Sceglierei Ragazzi Fuori, perché intanto è al plurale e quindi già il fatto che siamo in due su quella traccia ne aumenta il significato e poi perché è quella che secondo me a livello di sound e di intenzione racchiude un po’ tutto il disco”.

 

Cosa ti aspettavi da questo disco? A un mese dalla sua uscita le tue aspettative sono state ripagate?

 

“Mi aspettavo che la gente si facesse un’idea molto più chiara di me e ti dico che il feedback umano che ho ricevuto per questo disco non l’ho mai ricevuto in vita mia e sono veramente contento”.

 

Anche i titoli stessi delle tracce sono particolari, penso a Giacomo smettila di farti, Brave ragazze cattive abitudini, No problem, Cose a caso, come ti sono venuti in mente?

 

“Volevo che fossero un po’ indie in mezzo a tutto questo mare di trap e ho giocato un po’ su questa simpatia, alcuni sono davvero nati così, a caso”.

 

 

E soprattutto come si fa a odiarti?

 

“Penso che sia molto facile odiarmi, perché è molto facile fraintendere la mia arte per una persona che non si dà delle possibilità mentali, però l’odio è un sentimento fortissimo, forse più dell’amore”.

 

Tra i featuring quello che colpisce di più è Roggy Luciano, com’è nato?

 

“Io lo seguo da quando ho iniziato ad approcciarmi a questo tipo di musica, poi ci siamo conosciuti e da cosa nasce cosa e secondo me in questo disco doveva esserci”.

 

Si può dire che Ragazzi fuori sia un disco rap sperimentale dai suoni futuristici?

 

“Penso che sia un disco sicuramente rap, sicuramente sperimentale e futuristico, però principalmente mi interessa che sia un disco che rimanga, non cerco di etichettarlo come qualcosa, preferirei che rimanesse visto che è un disco vero”.

 

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