La sicurezza di Madame

Non si tratta di essere donna, di avere solo 17 anni, di essere etichettata come rapper, trapper, o artista urban, quando una è brava è brava indipendentemente da tutto e nonostante tutto. Complimenti agli Arcade Boyz e al team di Arcade Army per aver scoperto Madame, il cui percorso artistico è in netta ascesa. Da quel momento è passata dall’essere una ragazza veneta qualunque con il sogno di fare musica, a un artista che ha tutti gli occhi puntati su di lei. E proprio come Pinocchio nel Paese dei Balocchi è facile lasciare la strada vecchia per una nuova molto più luccicante.

 

 

Madame non fa rap, non fa trap, fa musica e nella sua musica non troviamo i cliché del rap o della trap, ma poesia e forza, racconti che caratterizzano la sua quotidianità con un flow assolutamente unico. È brava, è genuina, sa scrivere, sa cantare in modo accattivante ed è consapevole di esserlo. Fin troppo. Sta emergendo un lato di Francesca a tratti spocchioso, arrogante, di chi è già arrivata chissà dove, di chi ottiene solo consensi e si sente una star. Non è necessario essere umili, ma è apprezzabile. Soprattutto in questo ambiente, soprattutto a 17 anni, soprattutto senza alcun reale traguardo raggiunto. La storia della musica e non solo è piena di meteore e di artisti molto giovani proclamati star, il cui successo si è spento esattamente come si è acceso. Non sto dicendo che Madame se la tira, ma che la vedo molto più sicura di sé, e non un male, anzi, ma io che la seguo dall’inizio e sono stata la prima a intervistarla, fatico ultimamente a rivedere in lei la “ragazza di Anna”, la giovane artista prodotta da Arcade Army che veniva a Milano per le prime volte.

Ma parlando di musica, le 64 Bars di Madame con i 2nd Roof sono uno spettacolo. Lei è riuscita ancora una volta a portarci nel suo mondo, nel mondo di Francesca, con la sua quotidianità di studentessa, con la sua poesia, con i riferimenti e le parole che ci portano altrove, con la forza e la delicatezza che la contraddistinguono.

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