I social stanno rovinando la musica?

Parliamoci chiaro, chi ha una pagina Instagram con un discreto numero di followers, esattamente come chi gestisce un magazine non ha grossi guadagni, infatti la maggior parte dei redattori scrive gratis per la gloria degli altri. Un tempo, se volevi scrivere di musica, o di cibo, o di moda, o di viaggi, o di quello che volete, dovevi crearti un sito o un blog, anche su una piattaforma wordpress, che ovviamente ha un suo costo, il sito va poi indicizzato sui principali motori di ricerca, e non è assolutamente facile e immediato l’arrivo di traffico, oggi basta aprire una pagina Instagram a costo zero e al massimo comprarti due followers. Il principale guadagno (pochi euro in realtà) dei siti è sulle pubblicità offerte da Google, ecco perché molti siti sono invasi da pubblicità che si aprono automaticamente con tanto di crema per le morroidi. Ma almeno chi si sbatteva per creare un sito o blog aveva una reale passione per l’argomento di cui scriveva, anche se il copia incolla ha sempre fatto e fa tutt’ora da padrone. Instagram ha cambiato tutto. Pagine che diventano magazine, gente che fa meme che si improvvisa giornalista e pretende di fare informazione, è l’anarchia più totale. In tutto questo chiunque vuole guadagnarci qualcosa e non sapendo che pesci prendere sfrutta i sogni degli emergenti. Ed ecco che siti e pagine si fanno pagare dagli emergenti per condividere la loro musica. Ogni pagina ha il suo prezzario, la più ambita è sicuramente quella di Esse Magazine, che con 200 euro ti fa una storia di 24 ore, ma se non hai 200 euro, puoi spenderne 100 e la storia ti viene cancellata dopo 12 ore, oppure puoi optare per la più economica Esse News, o per la playlist di Spotify, ma lì i prezzi salgono. Ho sempre detto che questa non è pubblicità, la pubblicità è quella che fa un brand su qualsiasi canale media, e che giustamente paga, questo è rubare soldi agli emergenti.

Non importa che tu sia bravo o meno, manco lo ascoltano il tuo singolo, importa solo che tu abbia soldi da spendere. Si fa presto poi a fare i finti comunisti con i soldi degli altri, a fare quelli contro il razzismo, ma il razzismo non colpisce solo il colore della pelle, ma anche la musica. Se uno, magari scarso, ha la possibilità di spendere 200 euro lo si condivide, se uno invece non ce l’ha lo si lascia lì dov’è, tanto arriverà un altro con dei soldi da spendere, un altro pollo da spennare insomma.

Questo lede la musica. Ma non solo questo. Il mercato è oggettivamente saturo, non c’è spazio per tutti, eppure tutti ci provano e spingono, provano a farsi largo tra la folla, pagano per avere un angolino. 1 su mille ce la fa, davvero, aveva ragione Gianni Morandi. Instagram, come YouTube del resto, sono una bella vetrina, sono un’ottima vetrina, ma sapete come si dice? Aiutati che il ciel t’aiuta. Costruitevi da soli la vostra fanbase, che ad arricchire le tasche di chi gestisce pagine Instagram ci perdete solo soldi, a spammare la vostra musica in giro ci perdete di credibilità, se valete, potete fare qualsiasi cosa, anche meglio, da soli, da indipendenti. Non avete bisogno di nessuno, se non di voi stessi e del vostro gruppo di amici e soprattutto non avete bisogno di 24 ore di storia su una pagina Instagram, anche se ha 300 mila followers.

Instagram ha creato dei personaggi che al di fuori dei social non sono niente. Ad alcuni concerti di persone con 100 mila followers ci sono quattro gatti, è una realtà falsata. Ti dà l’impressione di essere qualcuno, quando nella realtà dei fatti non sei nessuno. Sono tutti lì in mostra, come animali allo zoo, ma se gli togli Instagram, neanche il panettiere sotto casa sa chi sono.

Instagram è anche quel posto dove da un like o un commento vengono costruiti intrighi che manco la CIA. Sfera Ebbasta collaborerà con Drake? Drake ha commentato il post di Sfera, quindi sta per uscire un featuring. Il regista del documentario di Vasco Rossi ha la felpa BHMG, quindi Vasco e Sfera faranno una canzone insieme. Vi rendete conto? È una realtà parallela. Poi oh, magari uscirà un pezzo di Drake feat Sfera, ma sticazzi.

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I social possono dare una grossa mano a chi fa musica e ha questo sogno, ma il mare è pieno di squali e chi rovina la musica è chi dovrebbe amarla maggiormente, ovvero chi scrive di musica, ma per avaria sfrutta i sogni dei ragazzi.

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