STORIES: Sedato Blend si racconta a Rebel Mag

Sedato Blend è sicuramente un giovane imprenditore digitale, chi non si è fatto due risate guardando le sue famigerate STORIES? Ma Sedato Blend non è solo il personaggio che su Instagram ci intrattiene con il suo modo di fare ironico e goliardico da cummenda romano, è un artista a tutto tondo, uno di quelli che il rap lo conosce davvero, che l’ha fatto e che continua a farlo. E soprattutto è uno dei pochi che in tempi assolutamente non sospetti ha avuto la fortuna di vivere quello che era il vero spirito hip hop. Un qualcosa di profondo, reale, che si viveva senza esserne consapevoli. Sedato Blend, nonostante abbia una vita professionale parallela alla musica, non ha mai smesso di fare musica, di rappare, di scrivere, è una delle sue più grandi passioni, è quel qualcosa che senti dentro e che non riesci proprio a smettere di fare. Lui è sicuramente uno di quegli artisti che continua a fare musica per passione e amore per essa.

 

Come e quando è nato il Quarto Blocco?

 

“Il quarto blocco è nato nel 2008 dalla fusione di diverse crew del quarto municipio di roma (attualmente il terzo).
È stato un grande collettivo che ha iniziato alla musica molti artisti di successo. Nel QUARTO BLOCCO MIXTAPE puoi trovarci diverse sorprese”.

 

È cambiata la tua attitudine in questi anni nei confronti della musica?

 

“La mia attitudine direi di no. E’ cambiato il modo di fare musica. Sia tecnicamente che come evoluzione stilistica naturale. La mia musica, come una parte di me, mi ha sempre seguito ed assecondato, dandomi la possibilità di osservare meglio i miei stati d’animo e le vicende della vita, che per forza di cose, influenzano la poetica”.

 

Com’è stato lavorare a No Face Forever con così tanti artisti?

 

“È stato divertente, è inevitabile fare festa quando si è in tanti tutti insieme. Nonostante ciò, c’è stato un clima di serietà e concentrazione. È uscito un bel lavoro, c’era una buona vibrazione, ci ha divertito ed arricchito tutti fare questo disco assieme. È stato un ottimo punto d’inizio”.

 

 

Tu sei presente nelle tracce Lager, Fame e Gira Gira, quale ti rappresenta di più?

 

“C’è un filo conduttore all interno del mio immaginario musicale che inevitabilmente lega tutti i miei brani, dal primo all’ultimo.
Scrivere Lager è stato divertente perché è un pezzo dai suoni reggae, realizzato con due artisti e amici (Lauro e Simon P) che stimo moltissimo. Anche durante il video è stato top.
Per Gira Gira posso dire la stessa cosa. La differenza è che è più un pezzo di strada, fatto con degni compari come Simon P e Gogna, girato sotto casa nostra.
Infine Fame è il lavoro più personale come immaginario. Realizzato con una bellissima collaborazione con Boss Domss che ha capito lo spirito del pezzo suonandoci una bellissima strumentale. Anche girare il video di fame è stato divertente col mitico Mattia Di Tella”.

 

 

Con quale artista No Face è stato più stimolante collaborare? E con quale invece vorresti collaborare?

 

“Con molti di noi lavoro già da anni, con gli altri è stato divertente e piacevole lavorare.
Una sera degli ultimi giorni di lavoro ci siamo ritrovati a fare freestyle con Mat Yanky, Kiddy e Simon P (cosa estremamente rara per quest’ultimo) e ci siamo divertiti come dei ragazzini.
sulle collaborazioni future invece non voglio fare spoiler…”

 

 

Sei presente sulla scena da diversi anni, credi che il cambiamento sia avvenuto in meglio o in peggio?

 

“In meglio. Ora la scena si è ingrandita ed ha acquistato più forza. Non solo come numero di ascoltatori ma anche strutturando meglio il sistema”.

 

Cosa ci vuole oggi per raggiungere il famigerato successo?

 

“In qualunque cosa, prerogativa del successo è sicuramente prendere il lavoro in maniera costruttiva e divertente, con passione ed utilizzando il cervello”.

 

Sono passati tre anni dal tuo ultimo disco, è ora di farne uscire un altro?

 

“Diciamo che ci sono i presupposti…”

 

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