La riflessione di Vasco

Sì, a me Achille Lauro è piaciuto: anche lui a Sanremo ha fatto la sua provocazione artistica. Anche quelli della trap, come Sfera Ebbasta, sono interessanti, ci puoi vedere il disagio giovanile di oggi. Inneggiano alla scarpa firmata, alla macchina grossa, ai soldi. L’idealismo di ieri è stato ucciso, non ci credono più, ma invece di condannare dovremmo cercare di capirne il significato.

 

Ha detto Vasco in un’intervista a Repubblica. Lui è sempre stato un’anima ribelle, anticonformista, ha sempre fatto il suo a modo suo e forse proprio la sua attitudine non è poi così distante da quella odierna. Se Achille Lauro ha più volte ammesso di ispirarsi a Vasco, quest’ultimo ha avuto parole di ammirazione nei suoi confronti. Del resto Lauro si è presentato a Sanremo con una canzone non da Sanremo, avrebbe potuto portare la più intensa C’est la vie, ma non avrebbe avuto lo stesso richiamo mediatico. In un Festival dove la canzone d’amore è un must, è arrivato con un rock n’roll del 2019, con la scelta meno convenzionale di tutte, andando controcorrente. 

Quello su cui, però, dovremmo riflettere sono le parole che Vasco ha dedicato a Sfera Ebbasta e alla generazione trap che in questi mesi è al centro del mirino delle polemiche mediatiche, come se di colpo si fossero tutti accorti dell’esistenza della trap: Inneggiano alla scarpa firmata, alla macchina grossa, ai soldi. L’idealismo di ieri è stato ucciso, non ci credono più, ma invece di condannare dovremmo cercare di capirne il significato.

Ecco, nonostante sia evidente anche a lui che le differenze fra i suoi anni d’oro e quelli di oggi siano troppe, Vasco in poche parole è riuscito a dare ai detrattori della trap e delle novità il giusto esempio sull’approccio da adottare: capire prima di condannare. Semplici parole che danno il via a una riflessione, perché è più importante riflettere che puntare il dito.

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