Rap, pianoforte e le mille sfaccettature di Lazza

La prima volta che incontrai Lazza era da poco uscito Zzala, gli chiesi cos’avrebbe voluto portare sul palco oltre alla sua musica e mi rispose: “Sarebbe figo portare un pianoforte però credo sia veramente infattibile, anche perchè ho già provato a suonare il piano e rapparci sopra e non è per niente facile“.

Pochi mesi dopo andai al suo concerto, ai Magazzini Generali di Milano, ricordo che si alzò il sipario e c’era lui seduto al pianoforte. Ed ecco che in pochi istanti i desideri che mi aveva espresso si sono avverati e sono diventati realtà. Lo show di Lazza è stato uno dei più completi ai quali abbia mai assistito, non è mancato nulla, come del resto non manca nulla nel suo disco, è riuscito a trovare il giusto compromesso tra stile e contenuto, tra pezzi più ignoranti e crudi e altri più introspettivi, tutti accompagnati da un flow impeccabile che lo rende da subito perfettamente riconoscibile.

 

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Sono passati due anni più o meno e oggi Lazza ha presentato Re Mida alla stampa suonando il pianoforte. Lui era visibilmente emozionato, a me è scesa una lacrimuccia e ho capito quanto sia versatile questo ragazzo, e soprattutto quanto sia coraggioso. Già in Zzala c’era questo mix di cafonaggine, pezzi introspettivi, caos, freestyle e il tutto è stato ripreso in modo più sapiente e maturo in Re Mida.

La prima volta che abbiamo deciso di mischiare il pianoforte con il rap è stato due anni fa con l’intro di Zzala dove ho suonato un notturno di Chopin e fu un’emozione fortissima, quando ho finito di registrare, ero uscito dallo studio in lacrime. È stata quasi una liberazione perché mi mancava una cosa di quel livello e soprattutto diversa. Suonare il pianoforte, come ho fatto anche oggi, a livello emotivo mi pesa tanto, stanotte non ho dormito dall’emozione, magari porterò ancora il piano sul palco, mi rendo conto che sia un valore aggiunto, però per ora voglio vedere come va il disco e poi penserò ad organizzare uno show di livello. Settimana scorsa ho pubblicato Netflix in versione acustica e in molti mi hanno chiesto di mettere nel disco la versione acustica, quindi non escludo che un domani si potrà fare un contenuto speciale del disco con pezzi riarrangiati per pianoforte perché è una cosa che mi appartiene e il bello di questo lavoro è anche il rischio, quindi rischiamo“. 

 

 

Questa specie di dualità tra classico e rap, tra educazione e cafonaggine elegante che fanno parte del percorso di Lazza artista e di Jacopo stesso si mischiano e diventano un tutt’uno in un modo quasi perfetto e altisonante anche in Re Mida. Il titolo stesso riporta ai classici, ma al tempo stesso fa pensare a quella spocchia tipica del rap.

Ho scelto questo titolo perché essendo il mio ritorno, il mio secondo disco, la gente lo ha aspettato tanto e vorrei che capissero che per fare dei lavori curati ad opera d’arte ci vuole del tempo e noi ci siamo presi tutto il tempo che ci serviva. Volevo un titolo forte e mi sono accorto che può sembrare provocatorio, ma è un concetto prettamente rap, l’importanza del numero uno e mi piace pensare che dove vado a mettere la faccia, che sia un brano, un featuring o una produzione diventa oro. È un po’ presuntuoso lo so e me ne rendo conto. Nel disco ci sono continui riferimenti un po’ materialisti che però ho cercato di esprimere nel modo meno avido possibile e di farlo con classe“.

 

È difficile trovare una definizione per Lazza, puoi definirlo rapper, trapper, pianista, rapper pianista, producer, ha talmente tante sfaccettature ed è talmente versatile che non trova una facile etichetta o definizione di genere e ruolo. A volte delude, perché da Lazza inconsciamente ti aspetti sempre di più,  o perché per capirlo a fondo non badta un ascolto frettoloso, ma etichettare lui e la sua musica è impossibile. Indubbiamente è l’unico in Italia che sa fare musica a 360 gradi, che sa andare oltre i confini del rap, della trap, del freestyle e i suoi studi al conservatorio gli hanno dato un imprinting che nessun altro rapper italiano ha, per questo Lazza è un artista che può essere definito solo Lazza. 

 

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