Che delusione i Sottotono

Noi amanti del rap, soprattutto quelli cresciuti negli anni ’90, aspettavamo l’esibizione dei Sottotono a Sanremo come un bambino di quattro anni aspetta Babbo Natale. La verità è che i Sottotono hanno cantato con Nino D’Angelo e Livio Cori e che noi tutti che ieri eravamo in trepidante attesa, 20 anni saremmo stati tutto tranne che contenti. Tormento è un grande e non ha bisogno di presentazioni, è riuscito a rendere decente una canzone, quella di Nino D’Angelo e Livio Cori, che di decente non aveva niente. Per pochi minuti siamo persino riusciti a capire parte del testo, visto che fino a ieri era impossibile interpretare le parole cantate dalla coppia, ma dei Sottotono, di quei Sottotono che abbiamo tanto amato non c’era niente. Se dovessi dare un voto a questa esibizione, darei 5.

Come sono andati gli altri duetti? Mi ha fatto strano vedere Gué Pequeno in quel contesto e su quel palco, si capiva perfettamente che era fuori luogo. La sua interpretazione con Mahmood in Soldi è stata ottima, ma decisamente fuori dal mood Sanremo.

Ma lui è Gué Pequeno, lui fa rap e a differenza di tutti i colleghi saliti nel corso degli anni sul palco dell’Ariston, lui non ha adeguato se stesso al contesto della kermesse, al contrario ha portato il suo mondo al Festival. Una prova di coraggio, fermezza e coerenza, era a Sanremo, ma era come se fosse all’Alcatraz di Milano. Soldi è sicuramente l’unico pezzo che può essere definito a grandissime linee trap, eppure nessuno se n’è accorto, e no perché Mahmood arriva da Sanremo giovani, e quindi è meglio associare Achille Lauro alla trap. Polemiche a parte, Soldi è una hit e Mahmood finora non ha deluso. Voto? 7.

È andata liscia, senza infamia e senza lode il duetto di Federica Carta e Shade con Cristina D’Avena, mentre è stato eccelso quello di Achille Lauro con Morgan. Come voto darei 8 e credo che Rolls Royce dovrebbe vincere questo Festival.

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