Come creare shitstorm inutili

Galeotta fu la foto pubblicata su Instagram da Michele Wad Caporosso con la didascalia L’UNDERGROUND È UNA SCUSA. Una frase ad effetto, che avrebbe potuto scandalizzare e indignare di primo acchito, ma guardando la foto, si capisce quanto questa sia una provocazione e non un modo per dare dei falliti o altro ad artisti meno famosi. 

 

 

L’underground è una scusa, perché oggi, nel 2019, le telecamere e la conseguente possibilità di avere visibilità sono ovunque, basta saper sfruttare le occasioni e non dare la colpa agli altri chiudendosi nella definizione stessa di underground. Dire che l’essere underground non sia una scusa, dare la colpa alla mancanza di soldi, o di opportunità, haterare i colleghi che ce l’hanno fatta e rinchiudersi dicendo “no ma io sono underground” è come la volpe che non arrivando all’uva dice “sì ma non ci volevo arrivare perché fa schifo quell’uva“. L’underground è una scusa esattamente come le persone disoccupate che si nascondono dietro alla frase “non c’è lavoro”, no il lavoro c’è, basta sapersi accontentare.

 

Ma torniamo a Wad e alla sua frase L’UNDERGROUND È UNA SCUSA, che evidentemente in molti non hanno capito. Tra questi molti c’è Don Diegoh che si è sentito chiamato in causa e ha deciso di replicare.

 

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Questi sono ovviamente due punti di vista diversi, due opinioni su uno stesso argomento. Ma non c’è scritto da nessuna parte che se uno scrive una cosa e un altro ribatte bisogna farlo diventare un caso mediatico, dando di fatto in pasto agli haters da social network i due protagonisti. Ci sono dissing, scazzi, litigi o semplici scambi di opinione che meritano di essere approfonditi e altri che andrebbero lasciati lì, nei meandri di Instagram per le 24 ore di durata delle storie.

E invece i click, i like e i commenti sono più forti. Infatti Esse Magazine ha deciso di riportare, prima la frase di Wad, e poi parte della risposta di Don Diegoh giusto per creare un po’ di shitstorm su Instagram.

 

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@dondiegoh in una lunga storia su Instagram ha risposto alla frase di @michelewadcaporosso sull’underground (“L’underground è una scusa”). Qui il testo completo: ?? “Bene. Caro @michelewadcaporosso, tu (fortunatamente) non sai manco chi sono e io non ho nessuna voglia e nessun bisogno di avere pubblicità da te. (Si, è vero. Andare in Tv è una bella vetrina, no? Ma penso che paradossalmente sarebbe più hip hip andare da Maria come tronista che venire da te. Anche se non ci vedo poi così tante differenze a livello culturale). Ti scrivo questa mia, con umiltà, perché -sai?- non tutti i ragazzi hanno dietro il papà che gli paga lo studio, i vestiti, il cellulare e qualsiasi altra cosa utile per essere “notati” da qualcuno che poi li presenta a qualcun altro che magari gli promette qualcos’altro che insomma li può portare a diventare famosi… […] Ci sono ragazzi, caro ai sei waaaad, che non ce li hanno i soldini. Hanno una cosa che raramente si vede nelle tue puntate: il talento. Se li cerchi, forse, li trovi fuori ai concerti di qualcuno che rappa peggio di loro ma costa 2k per un live fuori tempo con l’auto tune, a fare freestyle, oppure in qualche battle a provare dignitosamente a farsi un nome, senza la spinta di qualcuno che vuole “firmarli” per chissà quale caratteristica estranea alla loro musica. E così, spesso e volentieri, rimangono underground. Tu? Tu sulla carta avresti tutto no? Eppure pubblichi tweet come questi in cui offendi una cosa pura come la voglia di fare musica prima di tutto per fare musica, autoproducendosi e facendo sacrifici che dovresti rispettare. A me sembra che sia tu a cercare scuse per far parlare di te. Eppure pensavo che a fare la velina di questi nuovi reporter della strada si guadagnasse bene. […] Avessi fatto la metà della gavetta di quelli che sono rimasti underground, a quest’ora saresti meno ridicolo, sapresti di che cosa cazzo stai parlando e non avresti bisogno di atteggiarti a mo di opinionista perché quella roba lì se la possono permettere le Rockstar. E tu al massimo sei una cover band”. ?? Da che parte stai? #essemagazine

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Sappiamo come funzionano queste cose, sappiamo che da una piccolezza si può creare una valanga di odio che non fa bene né ai protagonisti né tanto meno agli utenti. Avrebbe avuto più senso aprire un dibattito sull’underground e non mettere di fatto zizzania tra due persone e i rispettivi followers e haters. Non solo, perché a quel punto, una volta reso mediatico un fatto che non sussiste, anche altri esponenti della scena prendono parola sull’argomento. È il caso di Axos che ha deciso di dire la sua sull’underground…

 

 

Vedete come si creano casi mediatici? Com’è facile alimentare l’odio già esistente su Instagram? Un caso come questo avrebbe già trovato la propria fine, molto probabilmente Don Diegoh e Wad si sarebbero chiariti in privato e tutto sarebbe finito lì. Spesso non è necessario rendere partecipe il pubblico di tutto.

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