Deng Deng è un assaggio della nuova maturità artistica di Ensi

In Ensi si sente ancora la sua necessità di sfogare la propria fame e la propria voglia di competizione, lui deve combattere, in primis, con se stesso e con i propri pensieri e, in secondo luogo, con il resto della scena e del rap italiano, che si allontana fin troppo dalla sua morale artistica e personale, nella quale i valori fondanti dell’hip hop ardono ancora forti.

La rabbia dei tre freestyle che hanno anticipato e presentato CLASH sta a dimostrare e sottolineare uno status acquisito in anni di esercizio e dischi. Lo scontro si concretizza nel divario tra l’esperienza che Ensi impersona continuamente e “chi lo fa, ma mai così”, perché “tu ce l’hai con chi fa i soldi, io ce l’ho ancora coi suckers”, come sottolinea in Ivory Freestyle.

 

Il divario tra sé e gli altri viene racchiuso anche in Deng Deng, il singolo che apre ufficialmente le porte a CLASH, perché “Se fai il rap in playback, non è rap”.

 

 

Io credo che Ensi abbia due coglioni giganti per portare un singolo come questo oggi. Dove tutto si somiglia sempre di più, lui ha fatto qualcosa di nuovo, di inaspettato e contro tendenza. È facile omologarsi, è più difficile andare oltre o contro. Se pensiamo a CLASH come ai clash, come al rappare su beat diversi con contaminazioni diverse, possiamo capire e entrare nel mood di Deng Deng e apprezzare appieno la musica che ci sta offrendo Ensi. Deng Deng è già un passo verso una maturità artistica notevole, è un esempio di come un artista possa rinnovarsi e crescere senza mai snaturare la propria essenza.

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