Il Fatto Quotidiano tira in ballo il sessismo nel rap

Il Fatto Quotidiano sta mangiando nel piatto del rap da anni e, come tutti gli altri media che di rap poco ne capiscono, quando gli torna comodo mangia, quando invece non gli torna comodo sputa nel piatto dove ha mangiato per mangiare ancora.

Bene, Il Fatto Quotidiano ha deciso di scrivere l’ennesimo articolo ignorante sul rap dal titolone “Trap, forse le femministe non hanno colto la gravità dei messaggi di Sfera e degli altri musicisti“.

Già il titolo fa ribrezzo e fa capire due cose: 1 chi ha scritto l’articolo non ha neanche la minima idea di cosa sia il rap. 2 è un articolo fatto apposta per fare qualche click in più, come del resto tutti quelli scritti dal giorno in cui è avvenuta la tragedia a Corinaldo in poi. Bene, il sommo giornalista Fabrizio Basciano autore dell’articolo, che scopriamo essere un musicista, tra l’altro, ha pubblicato una canzone dal titolo Tesla….

Ilarità a parte, il giornalista ha deliberatamente voluto denigrare il rap, parlando anche nel suo articolo di censura, scrivendo una manica di stronzate una dopo l’altra “Chi si erge in loro difesa parla di libertà di espressione, di precedenti musicali altisonanti (si scomodano addirittura nomi come Kurt CobainLou ReedDavid Bowie e, udite udite, Franco Battiato) o di espressione di un disagio sociale“, beh forse Fabrizio non si ricorda che Battiato ha dato delle troie alle signore che siedono in parlamento, o che Lou Reed che si è fatto di eroina sul palco davanti a tutti, ha scelto dei paragoni musicali che non stanno né in cielo né in terra solo per cercare denigrare un genere musicale che non capisce e soprattutto non conosce, per far leva sulla pubblica indignazione e sul falso moralismo italiano.

Non contento, Basciano si chiede anche come sia possibile che le femministe non abbianocolto la gravità di un messaggio, quello della trap music italiana, alquanto allarmante: “Ehi, claro che non me ne fotte un cazzo di niente, sto in fissa soltanto con pussy e firme. In testa un piano, sul cazzo due bimbe, ai piedi delle Gucci così zarre che sembrano finte” (Emis Killa); “Ehi-ehi, uo-uoo (bitch), stai invidiando il mio polso (Rolex). Ehi- ehi, uo-uoo, ho troppe bitch intorno (via, via). Ehi-ehi, uo-uoo, non so più quale scegliere (boh)” (Dark Polo Gang); “Hey troia! vieni in camera con la tua amica porca, quale? Quella dell’altra volta. Faccio paura, sono di spiaggia, vi faccio una doccia, pinacolada, bevila se sei veramente grezza, sputala, poi leccala, leccala” (Sfera Ebbasta); “Ehi, sono un pezzo grosso come Big Fish. Ehi, quando entro nel posto frà è per fare biz. Ehi, per killare il beat, per baciare i jeans, per tornare a casa con una ba-bad bitch” (Guè Pequeno); “Solo con le buche, solo con le stupide, ’ste puttane da backstage sono luride. Che simpaticone! Vogliono un cazzo che non ride, sono scorcia-troie. Siete facili, vi finisco subito” (Sfera Ebbasta); “Ogni giorno scarpe nuove, mi frega un cazzo di chi odia. Metti un guinzaglio alla tua ragazza, ci vede e si comporta come una troia” (Dark Polo Gang); “Ho i soldi in tasca e lo zio Tommy che mi scorta, scelgo una tipa, nessuna dice di no, me la portano in camera con una vodka” (Sfera Ebbasta)“. Non è che forse non l’hanno colta perché non esiste? Del resto, Vasco Rossi non cantava “è andata a casa con il negro quella troia”? Che differenza c’è tra questo e tanto altro detto da Vasco e gli spezzoni dei testi rap riportati da Il Fatto Quotidiano? 

E poi che fastidio ti dà se i rapper ostentano ricchezza con gioielli e abiti firmati? Non dovresti indignarti di più quando i politici fanno i nababbi con i nostri soldi? Guarda che i rapper i loro beni li pagano con i loro soldi, non con quelli rubati agli italiani.

Ma poi Il Fatto Quotidiano quando c’era da fare click con il rap intervistando i suoi esponenti non si è mai tirato indietro, né lui né tanto meno i colleghi della Repubblica, Messaggero & co… hanno mangiato quando gli faceva comodo e continuano a farlo scrivendo articoletti da quattro soldi pieni di ipocrisia e ignoranza.

Guardatela qua l’intervista video fatta da Il Fatto Quotidiano a Emis Killa quattro anni fa, quindi di cosa stiamo parlando esattamente?

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