Cosa penso della tragedia avvenuta stanotte a Corinaldo

Sono rimasta profondamente addolorata per quanto accaduto stanotte nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, dove hanno trovato la morte 6 persone e centinaia di ragazzi sono rimasti feriti.

È da ormai un paio d’anni che questa stupida moda dello spray al peperoncino dilaga ai concerti e alle serate prettamente rap, ho assistito tante, troppe volte a situazioni del genere chiedendomi dove fossero i controlli e dove fosse la sicurezza. Com’è possibile che persone entrino indisturbate nei locali con quel maledetto spray al peperoncino e che nessuno li fermi prima? Com’è possibile andare a divertirsi con lo scopo di far male ad altre persone? Artisti o pubblico che sia. Com’è possibile che in Italia ci sia questa mentalità e che si debba sempre arrivare alla tragedia per prendere provvedimenti postumi?

Locali da 3500 persone che ne fanno entrare 5000 per avidità, sicurezza che non garantisce alcuna sicurezza, ragazzini che per rubare due collane e un telefonino mettono a repentaglio la vita e la salute altrui. È questo il genere umano? È questo il pubblico del rap?

Il rap è nato per unire le persone, non per ferire e uccidere. Un concerto deve essere un momento di festa, non di tragedia e morte. Chi ha causato tutto questo, chi ha causato la morte di 6 persone e il ferimento di centinaia deve pagare per tutto questo. Deve avere le palle di costituirsi e deve convivere per tutta la vita con il pensiero di quelle sei vite spezzate sulla coscienza. 

Questo è omicidio plurimo e non ci sono parole che possano in alcun modo giustificare ciò che è accaduto. Sul palco c’era Sfera Ebbasta, ma poteva esserci chiunque altro, sotto al palco in mezzo alla folla c’erano 1000 persone, ma avrebbe potuto esserci ognuno di noi. Sei ragazzi che hanno trovato la morte in una situazione che avrebbe dovuto essere di gioia e festa, calpestati dalla folla, come animali. Non si può neanche immaginare quali possano essere stati gli ultimi pensieri di quei sei angeli, la paura, il dolore e la morte.

Non si può morire così. Non si può morire per la stupidità di un imbecille che si porta dietro uno spray al peperoncino per causare questo. Non si può morire perché i locali non garantiscono la sicurezza del pubblico, ma solo quella degli artisti e del suo entourage.

Siamo tutte persone, sopra e sotto il palco, siamo tutti esseri umani e una tale tragedia ha toccato tutti.

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È inimmaginabile quello che può provare una persona, perché di questo si tratta, ad assistere a una tale tragedia durante un proprio concerto, così come è inimmaginabile pensare al dolore delle famiglie delle vittime e dei feriti che ieri sera hanno visto le proprie vite spezzarsi. Il mio pensiero va a tutti quei ragazzi che ieri sera sono andati a un concerto e non hanno potuto far ritorno a casa, ai genitori che hanno permesso ai propri figli di uscire e che non li vedranno più rientrare, a quella mamma che accompagnato il figlio per accontentarlo e per condividere con lui una sua passione e ha trovato la morte, a quel figlio che oggi è rimasto senza mamma, all’entourage di Sfera Ebbasta e a lui che ha assistito impotente a una tale tragedia avvenuta durante un suo concerto. E chi ha causato tutto questo, chi ha spruzzato lo spray, chi ha permesso che una persona entrasse con quello spray, chi ha fatto entrare più persone del dovuto nel locale, chi non ha saputo garantire la sicurezza di tutti i presenti deve pagare per aver spezzato sei vite innocenti.

Ora i media provano a dare la colpa al rap, ai rapper, scrivono articoli su chi sia Sfera Ebbasta per acquistare nella tragedia una manciata di click in più, per screditare la musica. I soldi e l’avidita uccidono, non la musica!

DA UN CONCERTO SI TORNA SENZA VOCE, NON SENZA VITA.

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