Almeno ti racconteremo che se semo divertiti da pischelli

Noyz non ha bisogno di presentazioni, ma portare 20 anni di carriera su un palco e riuscire a emozionarsi e emozionare come se fosse la prima volta è cosa più unica che rara.

Non serve una grande scenografia, basta un led, la doppia N luminosa che dalle panchine arriva direttamente sul palco, perché Noyz non dimentica da dove viene, lo ricorda nelle sue rime e con la sua attitudine, un dj che ci ricorda come sta merda è nata e poi lui che sa tenere il palco come in pochi sanno fare. Un viaggio tra le sue rime che hanno accompagnato la sua, la nostra storia e l’alternarsi di artisti che insieme a lui hanno reso omaggio a quella cosa che noi amiamo e che si chiama rap.

Il pubblico di Noyz ci ricorda che questa musica, la sua attitudine, la sua storia non sono solo un vecchio ricordo narrato negli aneddoti dei meno giovani, ma sono così fottutamente  attuali da farci dimenticare almeno per una notte i capelli colorati e i vari yeye e sksk. Il rap è il protagonista assoluto, il rap che Noyz incarna ancora prima di interpretare e che ti fa dire ogni cazzo de giorno, tutto il giorno.

È difficile capire le mie parole se non sei mai stato a un suo concerto, è difficile capire l’atmosfera che si crea e si respira ogni volta che lui è su un palco, è come fare un salto indietro nel tempo a quando il rap non era una moda, a quando univa le persone, e dopo aver fatto questo passo indietro vieni catapultato nel presente e lì capisci che non era un sogno, ma che è tutto reale, perché sta merda colpisce ancora e non muore mai.

È magia, è storia, è presente, è il racconto di vita vera che unisce le persone. Ed eccoli i suoi fan, vestiti Propaganda, cantare e saltare insieme a lui, consapevoli che alla fine non conta un video salvato sul cellulare, ma il ricordo di esserci stati che resterà indelebile nelle nostre menti, perché alla fine l’unica cosa che racconteremo è che almeno se semo divertiti da pischelli.