Chi è il tuo ghostwriter? Identificalo

Potrebbe essere un nuovo capitolo della saga chi cazzo è il tuo gioielliere? e n quel caso sarebbero molte le teste a cadere. Di solito i ghostwriters nel rap sono artisti emergenti, per lo più sconosciuti che arrotondano vendendo i propri testi ad artisti più noti e evidentemente incapaci di scrivere, o quantomeno pigri. Se nel pop è prassi cantare pezzi scritti da altri e spesso è considerata una forma di vanto, basti pensare a Mogol e Lucio Battisti, nel rap è tutto tranne che un vanto. Perché? Perché il rap nasce dalla strada, è personale, è uno sfogo in rima di pensieri, opinioni, critiche, messaggi, è impossibile pensare che un artista rap racconti la vita o i pensieri di un altro, eppure, anche se spesso non ne siamo a conoscenza, accade. Tanto direte, per i testi che scrivono oggi, ci vuole coraggio anche a prendere un ghostwriter… e come darvi torto…

Grande scalpore fecero le accuse che Pusha T rivolse a Drake sul fatto di farsi scrivere i testi dagli altri, ma senza andare troppo lontano, guardiamo a casa nostra. Oggi il rap racconta poco, un testo come Nuvola, per esempio, potrebbe averlo scritto chiunque, anche un bambino delle elementari, ma è doveroso distinguere gli artisti, perché ci sono artisti e artisti. Nonostante non tutti abbiano la capacità di scrittura di Marracash, sono molti quelli che si fanno aiutare a scrivere i loro testi, anche se ovviamente non lo dicono, mentre ad altri invece verrebbe da dire fatteli scrivere da un altro, ma da uno bravo!

Poi c’è Lowlow che, dopo essersi auto eletto il rapper migliore di tutti i tempi,  si fa supportare nella scrittura da Antonio Dikele Di Stefano, guarda caso colui che possiede Esse Magazine che ieri ha parlato della questione Ghostwriting omettendo astutamente la partecipazione di Dikele al testo di Mare di Lowlow. Sarà stato un caso? O una dimenticanza?

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