Il Supereroe è un eroe di vita vera – Emis Killa

“Il concetto di Supereroe ha tante sfaccettature, l’idea mi è venuta in seguito a un programma che ho fatto con Nicolò Agluirdi, in cui raccontavamo delle storie importanti in musica. A me era capitata la storia di questo soldato che ha ricevuto la medaglia al valore per aver salvato alcuni compagni durante un conflitto a fuoco e la moglie durante l’intervista aveva raccontato che il marito per i loro figli era un eroe. Io, mentre guardavo il montaggio, ho pensato che quell’uomo fosse un eroe anche per me, anche se non lo conoscevo, da lì si è verificata una reazione a catena di pensieri che mi ha portato a pensare che in realtà sono tanti gli eroi sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni. Banalmente, nel post che ho fatto su Instagram, ho scritto: Sono le madri e i padri che si sacrificano una vita per tirare su al meglio i figli. Sono i pompieri che rischiano la propria vita per salvare quelle degli altri. Sono gli atleti di cui siamo fan accaniti che ci trasmettono l’animo vincente e determinato, spronandoci a credere in noi stessi. Sono gli amici che ci sono nei momenti bui. Sono le persone che si battono per far valere i nostri diritti. Sono i medici che dedicano la loro esistenza al fine di guarire chi lotta con la morte ogni giorno. Sono gli artisti che mi hanno cresciuto come fratelli maggiori attraverso le loro rime. Io nella title track dico Lettere per Dio finite sul mio cellulare. E questo è in riferimento al fatto che molto spesso, quando apro il mio Instagram Direct, trovo messaggi di persone di tutte le età che mi chiedono consigli e mi confidano cose molto importanti. Mi scrivono ho mio padre in carcere e attraverso il tuo brano, La bara più grande del mondo, mi faccio forza tutti i giorni, oppure la mia ragazza mi ha tradito, cosa devo fare? Una volta una ragazza mi ha scritto il mio ragazzo non mi vuole portare al tuo concerto, cosa devo fare? Io le ho scritto mollalo. Ma anche cose più serie, una donna mi ha scritto ho appena sposato mio marito ma lo tradisco, non capisco perché lo scrivano a me, e mi sono detto che magari queste persone mi hanno preso per un supereroe e credono che io abbia la risposta a tutti i loro quesiti, che abbia sempre la verità in bocca, penso di dire la verità nella maggior parte dei casi, però questo mi ha fatto riflettere molto. Anche io avevo i miei eroi, quando avevo 14 anni ed ero un ragazzo infelice, i miei eroi erano gli artisti che ascoltavo, mettevo le cuffie e sentivo i rapper italiani che mi raccontavano il loro disagio interiore ed esteriore e mi facevano sentire a casa. È bellissima la sensazione che provi quando vivi un malessere e ti rendi conto che non sei il solo a viverlo e sono convinto che io oggi sia lo stesso per tanti ragazzi e questo mi riempie d’orgoglio“.

Supereroe parte da un concetto molto forte e profondo, così come lo stesso Emis Killa ha spiegato, ma non è solo concetto, è il ritorno alla musica di Emis Killa, è un disco apparentemente più leggero rispetto al precedente, ma carico di fugure allegoriche, significati nascosti, rime, sonorità e flow differenti. Come in Donald Trump, dove l’artista mette in rima la sua visione del mondo discografico e radiofonico, tra brani non capiti, classifiche su Spotify e talent senza veri talenti. Donald Trump rappresenta l’impersonificazione del discografico medio che alza i muri sulla musica che faticano a comprendere. O Cocaina con Capo Plaza, dove la cocaina viene presa come metafora di tutto ciò che viene sovraesposto, presentando tutte le caratteristiche dell’hip hip di strada, tra intimidazioni, donne e vita nei club. O ancora Mille Strade, dove Emis si apre a un’auto-riflessione in cui analizza la determinazione e l’ambizione che lo hanno portato a ottenere il successo e a superare gli ostacoli che hanno costellato il suo lungo cammino di questi ultimi dieci anni.

Supereroe è un perfetto agglomerato di rap più old school, sonorità più nuove, esercizi di stile, melodie e parti rappate, dove Emis Killa dà prova di tutte le sue mille sfaccettature.

Quanto è importante essere ancora bravissimo a fare le rime, per te, per la tua musica e per la musica rap?

“È importantissimo, perché sono convinto che questa ondata di superficialità lirica in cui nessuno dà più peso alle parole passerà per forza di cose, perché la gente non è stupida. È come quando escono un paio di scarpe brutte e tutti le comprano, poi anni dopo si riguardano in foto e dicono ma che scarpe avevo? Secondo me con la musica è la stessa cosa, io sfido chiunque ad ascoltare un pezzo rap fatto bene, con le rime fatte bene, con un rapper che ha una bella voce, che è intonato, e che va a tempo e ad ascoltare uno che invece è fatto tutto d’immagine. Se attacco alla macchina della verità quella persona, sgarra quando gli chiedo ti piace più quella merda lì? Non ci crede neanche lui, io penso che da anni si parla di questi trapper che hanno sconvolto un po’ il panorama ed è vero, se vogliamo hanno anche tolto molto spazio ai rapper e si sono presi parecchio spazio, hanno mandato tanta gente a doversi cercare un altro lavoro, perché si sono presi tutto e gliene do merito perché tanti di loro sono bravi, però non è il mio campionato, io non voglio mettermi in competizione con i ragazzini, perché ho combattuto per tutta la mia carriera per arrivare ad avere un pubblico maturo che apprezzasse quello che faccio. Ho lottato contro le ragazzine perché non volevo essere visto solo come uno che fa musica solo per ragazzine perché penso di avere dello spessore quando scrivo, penso di essere una persona con la testa sulle spalle e molto profonda, quando voglio. La mia filosofia è vai per la tua  non guardare in faccia nessuno, costruisciti il tuo pubblico, non devi fare a gara ad accaparrarsi quello che già si stanno contendendo in molti, è una guerra persa in partenza“.

Com’è nato il featuring con Tekashi 6ix9ine?

“Sono orgoglioso del fatto che 6ix9ine non sia costato un euro, perché non l’ho contattato io per chiedergli di fare un featuring. È arrivata una richiesta da loro, in particolar modo da PashaPG, che è l’altro rapper che è con noi sul pezzo, lui è un’amicizia comune che abbiamo con dei ragazzi di Brooklyn. Noi andiamo spesso a New York e avevo conosciuto questi ragazzi che sono amici di PashaPG, loro hanno un brand di abbigliamento, mi mandavano dei vestiti che ho messo anche in alcuni video e ogni tanto ci sentivamo, un giorno mi hanno chiesto se volevo fare una strofa con 6ix9ine, io ho accettato.  Mi hanno mandato il pezzo, ma, dopo aver sentito la base, ho detto no, non ci siamo, questa base secondo me non è bella e non mi va di spoilerare questa cosa in Italia uscendo con una roba che non mi convince. Gli ho mandato comunque il pezzo con una strofa, ma non mi convinceva, quindi abbiamo raggiunto il compromesso di farmi mandare le voci, ho rifatto la base, abbiamo rifatto le strofe e abbiamo messo questa versione migliorata nel disco, però ci sono due versioni quella originale e quella ufficiale, che è la più bella”.

https://open.spotify.com/album/67g3eUjlYFB7EkhS1pjKe4?si=2Eao2k_jQR6IAMjeDnkFdg

In Donald Trump punzecchi Ligabue, qual è il senso?

Ora ogni due mesi serve un nuovo pezzo/ un tempo bastava azzeccarne due/ e poi potevi fare anche lo stesso testo per due vite e mezzo/ guarda Ligabue

“Ci tengo a chiarirlo, perché non vorrei che si creasse un casino mediatico, ma quello che penso è che una volta nella musica, giustamente o no, quando favevi delle belle canzoni ti veniva riconosciuto e rimanevi nella storia. Se uno fa due belle canzoni, non possiamo pretendere che tutti gli anni faccia canzoni belle come le prime, le hit nascono per merito del popolo che le fa diventare tali perché le fa proprie, un po’ per il talento e un po’ per culo. Io avevo comprato il disco di Ligabue perché volevo capire quale fosse la sua formula magica e sinceramente non l’ho trovata, oggi quando sento una canzone di Ligabue, non dico che è brutta, ma che mi sembra sembra sempre la stessa canzone. Non pezzo non dico bastava fare due canzoni di merda, ma bastava azzeccarne due e poi campavi di rendita. Ed è la verità, perché se oggi chiedo a una persona a caso quale canzone conosci di Ligabue, mi risponde Certe notti, come Vita Spericolata di Vasco o Maracanà di Emis Killa che è una delle canzoni meno belle che ho fatto”.

Supereroe si compone del disco, di un fumetto che vede protagonista EK, supereroe dalla parte del bene che si impegna a proteggere la comunità dai malviventi. Il comic narra la genesi del personaggio, che deve imparare fin da ragazzo a controllare i propri poteri ma anche i propri istinti. I disegni sono curati da Alessandro Vitti, tra i più noti illustratori italiani e collaboratore della Marvel e della DC Comics, mentre i testi sono firmati da Emis Killa stesso. E infine di un cortometraggio firmato da Alessandro Prete, che vede Super Emis (interpretato da Emis Killa) battersi per proteggere le persone perbene dai criminali urbani che infestano la città. In particolare, l’episodio narrato nel cortometraggio lo vede battersi con la sua Nemesi, Fioretto (Giacomo Ferrara), ladruncolo che cerca di derubare una signora anziana indifesa. In realtà, Fioretto si rivela essere il fratello separato alla nascita da Super Emis, che per percorsi di vita completamente diversi sviluppa il lato più oscuro della sua personalità. Grazie all’intervento del padre/Professore, i due scoprono di essere molto più simili di quanto pensino, e finiscono per allearsi e unire i propri superpoteri per vendicare la madre, morta ingiustamente quando i due erano piccoli.

 

 

 

 

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