Come Rapper’s Delight della Sugarhill Gang coniò il termine Hip Hop

Se a rivelare le grandi potenzialità discografiche del rap fu, inconsapevolmente, la Fatback Band, a raccogliere i frutti immediati consegnando alla storia il primo grande successo fu invece un altro gruppo, The Sugarhill Gang e una neonata etichetta, The Sugarhill Records.

Fu la pubblicazione di Rapper’s Delight a cambiare il corso della storia. Il brano, un 12 pollici della durata di poco più di 14 minuti, inizialmente lasciò perplessi i dj. Nessuno, infatti, aveva mai sentito parlare dei tre tizi che si presentavano cone Sugarhill Gang anche perché non erano del Bronx, ma del New Jersey, non facevano parte di nessuna crew, nessuno li aveva mai visti a un block party, non avevano un dj ma usavano degli strumentisti: sembravano più affini al mondo della disco che a quello dell’hip hop.

Eppure Rapper’s Delight cominciò a vendere al ritmo di 50mila copie al giorno, fino a entrare nella Top 40 di Billboard e diventare una hit internazionale. Un successo enorme, quanto effimero, i dischi successivi non ebbero lo stesso seguito e il trio sparì in breve tempo dalla scena.

A scoprirli fu Sylvia Robinson, co-proprietaria della Sugarhill Records, portò i ragazzi in studio, vi rimasero tre giorni e ne uscirono con Rapper’s Delight con le rime del trio montate sulle note di Good Times degli Chic, un pezzo sfruttatissimo dai dj dei block party, che venne meso di peso all’interno di un altro brano. L’operazione era talmente strana, che un verso della canzone la spiegava: “quello che ascolti ora non è un test/ Sto rappando su un beat/ e io il groove e i miei amici stiamo provando a farti muovere i piedi“.

Il pezzo aveva solo un difetto: durava quasi 15 minuti, quale radio l’avrebbe trasmesso? Molte le porte in faccia, ma fu passato da una piccola radio dell’Upper West Side. L’impatto, dopo un avvio lento, fu devastante. Dalle boombox del Bronx si ascoltava solo Rapper’s Delight, i negozi di dischi erano invasi, fu giarato anche un video che vedeva i tre rapper eseguire il loro brano in una discoteca, attorniati da ragazzi che ballano.

Le parole di apertura del brano “I SAY A HIP HOP, HIPPIE TO HIPPIE TO THE HIP-HIP-HOP AND YOU DON’T STOP diedero al nuovo movimento un nome, Hip Hop e un’identità. Rapper’s Delight rese popolare la pratica del campionamento, anche se la base musicale era stata duplicata da musicisti di studio.

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