Gué Pequeno visto dagli esponenti della nuova scena

A mezzanotte uscirà Sinatra, il nuovo album di Guè Pequeno, la cui tracklist ha già fatto discutere e non poco. Perché? Per la presenza di nomi come Drefgold, Sfera, Capo Plaza e persino El Micha, perché il reggaeton è il male, così come la trap.

Nel disco ho messo tutta la mia influenza culturale, c’è Babysitter di Mace che sembra West Coast anni ’90, il pezzo con Noyz che è più New York, c’è reggae, c’è il latino, c’è la parte trap” ha detto Guè Pequeno in una recente intervista ed è sempre stato così, il Ragazzo d’oro a livello di suoni era un disco trap, Soldi dei Club Dogo era quasi reggaeton. Anche nel suo libro Gué Pequeno spiega come lui sia stato il precursore di tanti artisti di oggi, di Sfera Ebbasta, per esempio, dice mi fa pensare parecchio che le liriche del suo album siano una versione updatata e trappata di molti miei capisaldi, argomenti filosofici come comprare tutto il bar, avvisare la tipa che è meglio che non si innamori di noi, la piazza, il player, lo Xanax ecc. Sfera ha talento anche se si ispira fin troppo, e uso un eufemismo, a certi rapper americani. Se adesso puoi fare un disco in cui parli di certe cose è perché prima l’ho fatto io. Mi davano del coglione quando parlavo di money, cash, ora lo fanno tutti. Sono stato un precursore, per le liriche e per il sound. L’aereo privato, le vacanze a Dubai, sono stato il primo a fare ste papponate, ma dovevo allargare andando oltre la musica. Il rap non pagava, le discografiche non ti riempivano di soldi, perché le hit vere erano un’altra cosa. Dovevi fare il feat. con la Pausini per forza., adesso puoi dire sono pieno di soldi e fare disco di platino, ma prova a offrire adesso a un ragazzino quello che davi a noi, ti manda a cagare. Con i Dogo abbiamo fatto un lavoro incredibile, eravamo davvero avanti rispetto agli altri, mettevamo i groove reggaeton prima ancora che li usassero i puzzoni delle hit estive”.

Partendo da questi presupposti non ha più senso dire Guè fa trap, Guè fa reggaeton con disprezzo. Ok, ma Sfera Ebbasta e Drefgold? Sono tutti figli suoi. Può non piacerci la loro musica, ma sono cresciuti ascoltando Guè Pequeno e i Club Dogo, erano loro i loro miti. Ora possiamo continuare a schifarli o provare a metterci umanamente nei loro panni. Di recente Drefgold ha pubblicato, in una serie di Instagram stories, alcune foto che lo ritraevano da ragazzino in cui indossava t-shirts e cappellini del merch dei Dogo e una che lo ritraeva insieme a un amico e al loro idolo: Guè Pequeno. Lo stesso Sfera Ebbasta, nel libro ha parlato del suo essere sempre stato fan di Guè e su Instagram ha pubblicato una foto con Guè Pequeno: erano entrambi giovani, Sfera era solo Gionata e Guè era già Guè.

Ora mettiamo da parte pregiudizi e giudizi vari e mettiamoci nei panni di questi due ragazzi cresciuti con il mito dei Club Dogo e di Guè Pequeno e che un giorno si sono ritrovati a collaborare con lui da colleghi, voi cosa provereste?

Sono stata la prima a criticare l’ingresso di Guè in BHMG, perché sono cresciuta con i Dogo, perché ho più o meno la loro età, ho vissuto da fan del rap tutto quel periodo e mi è sembrata una follia più unica che rara, un ribaltare il famoso passaggio di testimone, poi un ragazzo mi ha scritto e mi ha fatto vedere la cosa da un altro punto di vista, dal suo punto di vista, quello di un ragazzo di 20 anni.

Io ho più o meno l’età di Sfera e quando ho letto la notizia ho pensato fosse una figata…Perché Guè è così grosso, ha fatto la storia, ha gettato le basi per uno come Sfera, che ne ha raccolto l’eredità e passa in radio con i testi e i concetti che rappava lui. Mi sembra interessante e naturale che Guè entri nell’ etichetta di Sfera, per continuare insieme e riscuotere attraverso di lui tutto quello che ha fatto in questi 20 anni. È normale che non voglia essere dimenticato, nessun artista vorrebbe esserlo…Però farlo così per me vuol dire mettersi di nuovo in gioco in un progetto grosso“.

 

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